Luxottica, Essilor e i matrimoni moderni

Dopo il connubio fra i due colossi, il recente annuncio della partnership con CooperVision sul mercato della progressione miopica appare come un vero passo in avanti della coppia nella costruzione del loro futuro comune

Le grandi fusioni nascono sì dalla volontà di moltiplicare le sinergie e le opportunità di mercato, ma anche da quella di affrontare gli sbocchi futuri con maggiore velocità e dominanza. Il matrimonio tra Essilor e Luxottica a me oggi appare questo, una separazione dei beni con grandi progetti di vita comune. L’annuncio della partnership con CooperVision per l’acquisizione di SightGlass Vision, azienda oftalmica americana innovativa sul mercato della progressione miopica, fa presagire tutto ciò. Un matrimonio moderno, quindi, dove ciascuno mantiene le proprie individualità, ma raddoppia le ambizioni future, consapevole della forza dell’unione. Quale diventerà il prossimo anello di tale connubio, cui mancano proprio le lenti a contatto, lo vedremo nel tempo. Certo questa filiazione - montature, lenti oftalmiche, lenti a contatto - completerebbe il disegno di Leonardo Del Vecchio sulla verticalizzazione del suo progetto aziendale. Ma la cosa non riguarda principalmente i business maturi, con economie di scala produttive o di distribuzione. Tant’è che di abbracci tra i due colossi non se ne sono ancora visti tanti, almeno sul mercato interno: qualche bacio, come il progetto Ray-Ban Authentic, tante strette di mano, presenze congiunte centellinate o poco più che simboliche, come in occasione del recente evento Transitions.

Cosa riserva allora all’ottica mondiale, e in particolare a quella italiana, il grande “oceano blu” della progressione miopica rispetto ai mari in cui siamo abituati a nuotare? La potenzialità è molto alta, ulteriormente aumentata dalla pandemia, dalla didattica a distanza e dall’irrefrenabile uso dei dispositivi digitali da parte dei più giovani. Se oggi la miopia colpisce oltre 2,5 miliardi di persone nel mondo, nel 2050 si pensa a un raddoppio. Paesi dove la natalità è ancora elevata dovranno affrontare anche a livello pubblico questo tema e le soluzioni per contrastarlo: ne va dei bilanci della loro sanità negli anni a venire.

Questo binomio stato-industria obbligherà gli operatori della salute a lavorare congiuntamente sulla questione in tutti i paesi, Italia inclusa. Cosa potremmo aspettarci, quindi, nei prossimi cinque anni? I numeri, a causa della scarsa natalità degli ultimi decenni e probabilmente di quelli a venire, non saranno eclatanti, ma comunque significativi per due ragioni. Innanzitutto la progressione miopica colpisce i giovanissimi, su cui la famiglia, potendo, non avrà remore a investire. In secondo luogo, come detto, stato e industria spingeranno l’ottico, l’optometrista e l’oculista a dare vita a una convivenza più sana e costruttiva. Ciò sta avvenendo già adesso e in futuro forse ancora di più. Coraggio allora, c’è una nuova sfida da intraprendere, anche per l’ottica. Ci troveremo a riabbracciare un cugino. Come Paperino con Gastone.

Nicola Di Lernia

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