Possa la scuola tornare alla sua natura: progettualità e futuro

È una responsabilità collettiva non permettere che l’avvenire degli studenti venga risucchiato in un presente senza orizzonti, con le aule che, tra le schermaglie politiche, si aprono e si richiudono, rischiando di far perdere ai ragazzi slancio e speranza

“Loro lo sapevano, sapevano tutto. Che piangevo, che ho sempre pianto, che piangevo per la scuola, che piangevo per i compiti. Ho sempre pianto. Sono nata triste. Depressione maggiore, hanno detto”. Il pluripremiato film di Paolo Virzì La pazza gioia uscito nel 2016 racconta dell’incontro e delle successive (dis)avventure delle due protagoniste, Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, ospiti in una comunità per donne affette da disturbi mentali. Beatrice Morandini Valdirana è una istrionica logorroica sedicente contessa che, dopo una serie di condanne per frode, è sottoposta a misure di sicurezza a Villa Biondi, nella quale arriva Donatella Morelli, una giovane anoressica con il corpo straziato da cicatrici e tatuaggi: le due stringono un’inattesa amicizia che convince i responsabili a scegliere per loro un programma rieducativo comune in un vivaio. Una serie di irrefrenabili coincidenze le porta ad assaporare il fuoco della libertà.

Noi da mesi sorseggiamo un variegato bouquet di permessi e vincoli, consensi e divieti, licenze e blocchi, blandito da lusinghe cromatiche regionali nelle quali settimanalmente siamo invitati a riconoscerci. Apriamo e chiudiamo le scuole, accogliamo e rifiutiamo gli studenti come fossero pacchi ripieni di merce in scadenza, nell’attesa e la speranza, perché entrambe hanno dentro il futuro della vita che arriva: l’attesa con l’avvenire immediato del tempo, la speranza con lo sguardo più ampio a dilatare gli orizzonti. Quando l’attesa è però disabitata dalla speranza subentra la noia, il futuro perde slancio e il presente si dispiega in uno spessore opaco dove ogni orizzonte di senso si inaridisce e poi si spegne.

La scuola è per sua natura progettualità e futuro, proponimento e traguardo, pianificazione e avvenire, non utilità servile, non mercanzia politica, non terreno elettorale. Da troppi mesi siamo confinati in un futuro quotidiano, liquido e mutevole: non lasciamo che l’avvenire degli studenti imploda in un’attesa risucchiata e affogata nel gorgo del presente. La responsabilità sarebbe collettiva, dal latino colligere, raccogliere insieme. Di chiunque di noi, quindi.

Sergio Cappa

Professione