Il facilitatore, una nuova figura nell’ottica post Covid

Ne è convinta Angelica Pagnelli (nella foto) alla luce della fase 3, che ha rivoluzionato i processi di lavoro e di vendita nei centri ottici

«Nel complesso processo di trasformazione che l’ottico stava già vivendo prima dell’inizio della pandemia e che la stessa ha reso ancora più urgente, occorre una figura di riferimento interna al centro ottico, formata sui contenuti, che possa arricchire l’offerta in modo adeguato e soprattutto customizzato: una risorsa in grado di seguire tutti i processi di cambiamento e di facilitare le vendite front, in termini di ottimizzazione dei tempi e delle energie». È l’idea di Pagnelli, certa che l’ottico professionista e imprenditore post Covid debba crearsi una visione, concetto alla base anche del suo nuovo portale, lanciato nei giorni scorsi. «La figura del facilitatore, che già all’interno di un gruppo di consulenza o di un'organizzazione opera proprio allo scopo di ridurre i conflitti, di aumentare il coinvolgimento e la partecipazione, di stimolare l'analisi e la soluzione dei problemi, è quella che oggi deve essere formata per fare la differenza in ottica e coordinare tutte le attività con i consulenti, con le aziende partner e con le agenzie di comunicazione - sottolinea Pagnelli a b2eyes TODAY - Il processo coinvolge tutti ed è fuori dalla zona di comfort, rappresentata dalla sala refrazione. Tuttavia è proprio dove finisce la zona di comfort che inizia quella di panico, in quanto l’innovazione comporta l’azione. “Da dove iniziare?”, è la domanda più frequente dell’ottico. Per ridisegnare il business bisogna conoscere tutti i passi da compiere, gli obiettivi, le modalità, gli investimenti, ma occorre anche allineare alla strategia i professionisti del team, oltre a selezionare quelli esterni da cui farsi affiancare per portare valore all’impresa».

Uno dei principali compiti del facilitatore, che può essere una figura già attiva all’interno del punto vendita adeguatamente formata o una risorsa esterna da assumere, riguarda l’omnicanalità. «L’obiettivo è consentire ai clienti finali di passare indifferentemente dal negozio fisico a quello digitale con lo stesso grado di interesse e di predisposizione a compiere azioni – conclude Pagnelli - Questo allineamento dei punti di contatto fisici e digitali, tuttavia, comporta un grande impegno e, soprattutto, una grande concretezza».

(red.)

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