Ottica, adelante con juicio

È la storica frase che il gran cancelliere spagnolo Antonio Ferrer, ne I promessi sposi manzoniani, grida al suo cocchiere Pedro: avanzare cautamente tra la folla di Milano con la carrozza per evitare incidenti ed esserne a sua volta travolto

Le vendite de I promessi sposi nelle prime settimane della pandemia si sono impennate come non mai. I lettori erano incuriositi dalle epidemie del passato e anche quella manzoniana della peste a Milano era un fenomeno da rispolverare. Oggi siamo quasi a tre settimane dalla fine del lockdown e i sentimenti espressi da televisioni e giornali e quelli raccolti nei corridoi sono ancora una macedonia di emozioni più che di riflessioni.

Qualcuno anche nell’ottica ha premura a mostrare grafici di maggio che in qualche modo si avvicinano a quelli delle vendite dello scorso anno. Altri non si azzardano affatto. In sostanza, come detto all’inizio della pandemia, il settore naviga per conto suo e ciascuno con la propria imbarcazione indipendentemente dal favore del mare e da quello che nasconde. Certo l’ottica una sensibile impennata in questi venti giorni l’ha avuta. Gli acquisti hanno movimentato la cassa con una prima evidente soddisfazione e il forte desiderio che tutto torni come prima, d’incanto, alla fine di agosto. “Adelante con juicio”, pare sussurrare il camice bianco sulla porta del proprio centro ottico quasi accarezzando il desiderio del gran cancelliere spagnolo che la folla prima o poi si disperderà, la peste svanirà e Milano continuerà a essere spagnola con la grazia di Dio.

Sebbene trovi un positivo auspicio in tutto ciò non posso che scuotere la testa di fronte a tanto ottimismo. L’ottimismo serve, di fronte a ogni circostanza negativa c’è sempre un piano di fuga, un piano B. Oggi però il “juicio” sta nel non girare lo sguardo di fronte all’onda che nei prossimi mesi ci passerà sopra la testa. Se i primi acquisti rassicurano una cassa inusualmente vuota per sessanta giorni, non possiamo non percepire gli effetti della prima onda, cioè la mancanza del turismo in Italia, che sta rivoluzionando la mappa del commercio. Se i ristoranti e gli alberghi nelle città d’arte sono vuoti lo sono anche gli ottici che hanno indirizzato la propria impresa a questo genere di clientela. Se in una località come Venezia esiste un numero spropositato di negozi di ottica, circa cinquanta, a fronte di una popolazione residente di 50 mila persone e di un mancato ingresso di turismo giornaliero quattro volte tanto, come possono tornare i conti da qui alla prossima Pasqua?

L’ottimismo è comunque necessario. Servono velocità e sangue freddo. È comprensibile che qualcuno ritenga che cambierà nulla o poco nel suo piccolo, per cui altrettanto comprensibilmente non si appresta ad alcun cambiamento significativo. Anche a Venezia l’"acqua granda" dello scorso novembre ha fatto danni di diversa entità in diverse zone. C’è chi ha perso tutto e chi poco, ma chi rischia perché sa di essere a pelo d’acqua oggi deve agire, velocizzare i processi di cambiamento che aveva in mente, trovare il coraggio di attuarli. Come ha fatto Facebook con il lancio di Shops. Annunciato pochi giorni fa, Facebook Shops è la soluzione per la piccola azienda per vendere in prossimità grazie a Facebook e Instagram oggi e WhatsApp domani. Nessun costo tranne la pubblicità, se la vuoi fare, puoi usare le dirette per promuovere i tuoi prodotti e disponi di un Crm per gestire le scelte dei clienti. Lo avevano già in rampa di lancio, gli amici americani, e lo propongono ora sapendo che il commercio si trasformerà a causa della pandemia, almeno per un po’. Ma quel po’, per molti di noi, può rappresentare la sopravvivenza.

Nicola Di Lernia

Professione