E questo matrimonio ha fatto faville per oltre trenta minuti, tanti quanti il responsabile di Future Concept Lab si è espresso ininterrottamente a viva voce e fiato. Il sociologo ha lavorato per Anfao e i suoi associati presentando un’aggregazione di sei generazioni abbinandole a tre tendenze di stile . Un quadro da lui stesso definito un puzzle di opportunità da cogliere anche per chi sta dietro al banco. Bandita la parola target e obiettivo da raggiungere Morace auspica che noi “ingaggiamo” il nostro pubblico attraverso un trust di valori da poter condividere con lui, offrendo come cauzione la nostra credibilità di professionisti e impresa. In questo momento storico nel quale stiamo finalmente uscendo da una richiesta di qualità bassa, come senso di rinuncia e risparmio, per imboccare una qualità less for more dove si può anche comprare un po’ meno ma sempre nella logica della qualità che porta a un’inusuale ricerca della funzionalità abbinata all’estetica.
La chiama biologia del consumo Morace e qui serve una riflessione. Biologia è una parola greca e significa la scienza che studia tutto ciò che riguarda la vita e gli organismi viventi, in particolare la loro crescita ed evoluzione. Qual è quindi l’evoluzione cui stiamo assistendo? Per prima cosa la caduta dei muri generazionali e dei suoi conflitti. Oggi nonni e nipoti scelgono insieme. Certo sono i nipoti che accompagnano i nonni ma in perfetta sintonia. Una notizia importante in un paese come l’Italia tra i più longevi al mondo insieme al Giappone. E qui Morace ci presenta una delle generazioni analizzate: i pleasure growers over 65. Un mondo di edonismo ponderato con una ricerca del comfort ma mai banale. Il senso della longevità ha convinto queste persone a tornare a ripensare la loro vita e rinnovare il proprio ego in una logica più rilassata rispetto alla loro vita attiva, ma allo stesso tempo con un linguaggio più ironico e ricercato. In loro c’è ancora una disponibilità a imparare se c’è una forte motivazione. Sono coloro che vedono gli occhiali come una finestra sul futuro. Su quello che vivranno in prima persona loro e in successione i loro cari. Uno spazio infinito per chi li sa intercettare e afferrare con la propria credibilità e fascino della sorpresa.
Appurato che si è conclusa l’era del target-stile che tanto ha dato all’occhiale e all’ottico italiano, le nuove generazioni pretendono gioia, sorpresa, amore dal loro futuro acquisto. Il retail dell’ottica diventa per loro una porta d’accesso a questo feeling dichiarato agli osservatori di Morace che hanno lavorato su dieci città in tutto il mondo.
Come vi ho detto, una boccata di aria pura. Tra l’altro i personaggi che ci venivano presentati erano persone impegnate ma comuni e da NewYork a Milano rappresentavano se stessi più o meno allo stesso modo all’interno delle loro generazioni. Segnale di una globalizzazione generazionale già in atto. Ma questo fenomeno come si sposta dalla metropoli alla periferia, anche per dare una risposta a chi come voi ha un’impresa in una città di 30-50 mila abitanti? Lo chiederemo a Morace al prossimo Mido (nella foto, un momento dell'incontro).
Nicola Di Lernia
La chiama biologia del consumo Morace e qui serve una riflessione. Biologia è una parola greca e significa la scienza che studia tutto ciò che riguarda la vita e gli organismi viventi, in particolare la loro crescita ed evoluzione. Qual è quindi l’evoluzione cui stiamo assistendo? Per prima cosa la caduta dei muri generazionali e dei suoi conflitti. Oggi nonni e nipoti scelgono insieme. Certo sono i nipoti che accompagnano i nonni ma in perfetta sintonia. Una notizia importante in un paese come l’Italia tra i più longevi al mondo insieme al Giappone. E qui Morace ci presenta una delle generazioni analizzate: i pleasure growers over 65. Un mondo di edonismo ponderato con una ricerca del comfort ma mai banale. Il senso della longevità ha convinto queste persone a tornare a ripensare la loro vita e rinnovare il proprio ego in una logica più rilassata rispetto alla loro vita attiva, ma allo stesso tempo con un linguaggio più ironico e ricercato. In loro c’è ancora una disponibilità a imparare se c’è una forte motivazione. Sono coloro che vedono gli occhiali come una finestra sul futuro. Su quello che vivranno in prima persona loro e in successione i loro cari. Uno spazio infinito per chi li sa intercettare e afferrare con la propria credibilità e fascino della sorpresa.
Appurato che si è conclusa l’era del target-stile che tanto ha dato all’occhiale e all’ottico italiano, le nuove generazioni pretendono gioia, sorpresa, amore dal loro futuro acquisto. Il retail dell’ottica diventa per loro una porta d’accesso a questo feeling dichiarato agli osservatori di Morace che hanno lavorato su dieci città in tutto il mondo.
Come vi ho detto, una boccata di aria pura. Tra l’altro i personaggi che ci venivano presentati erano persone impegnate ma comuni e da NewYork a Milano rappresentavano se stessi più o meno allo stesso modo all’interno delle loro generazioni. Segnale di una globalizzazione generazionale già in atto. Ma questo fenomeno come si sposta dalla metropoli alla periferia, anche per dare una risposta a chi come voi ha un’impresa in una città di 30-50 mila abitanti? Lo chiederemo a Morace al prossimo Mido (nella foto, un momento dell'incontro).
Nicola Di Lernia