Dopo aver festeggiato nel 2024 i 160 anni di storia, Galileo prosegue il suo percorso di rilancio strategico e di immagine con un nuovo video istituzionale, «espressione perfetta di questa evoluzione: un connubio di estetica, artigianalità italiana e un minimalismo espressivo che riflette l’essenza di un marchio sempre più contemporaneo», spiega in una nota Nadia Lattanzi, business brand manager di Galileo.
Italianità, esperienza, stile, artigianalità e innovazione sono infatti le parole chiave che guidano il racconto visivo, con protagonisti i volti delle campagne 2025 (nella foto), «quattro diversi soggetti, trasversali a diverse età, ma tutti “portatori” naturali di eleganza e savoir faire, in sintonia con il brand storico, che oggi si rivolge ancora di più alle nuove generazioni, cavalcando il cambiamento del mercato con un linguaggio fresco e moderno», aggiunge il comunicato.
Il video si sviluppa attraverso scatti curati e suggestivi, in cui i modelli della campagna sono stati ritratti in uno shooting dedicato. Le immagini si intrecciano con scene di vita quotidiana, mostrando momenti in cui gli occhiali diventano parte naturale della routine, come durante la lettura di un libro. Il tutto è avvolto da un’eleganza minimalista, con il burgundy, colore simbolo della nuova identità del brand, a fare da filo conduttore.
Lo scorso 18 febbraio, il video è stato veicolato ai clienti ottici ed è già disponibile sul portale Galileo4You per il download da parte dei professionisti che possono trasmetterlo sugli schermi in-store e sui loro profili social. Inoltre, sono stati prodotti diversi tagli del filmato che saranno parte integrante delle campagne trade di Galileo nel corso di tutto l’anno. Il primo video short sarà live, a partire dal mese di marzo, sulle digital window dei punti vendita, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il legame tra il brand e i suoi partner. «Il video istituzionale è solo l’inizio di un percorso che ci vedrà protagonisti di nuove iniziative e progetti, sempre all’insegna dell’innovazione e della qualità», conclude Lattanzi.
A cura della redazione
