Bob Dylan: il genio musicale dietro gli occhiali di un completo sconosciuto

Nel biopic in corsa per otto premi Oscar, dedicato agli anni degli esordi dell’artista appena approdato a New York, il grande cantautore americano originario del Minnesota e oggi ultraottantenne, interpretato da Timothée Chalamet, per buona parte del film indossa una sobria montatura nera: forse per creare un distacco con il resto del mondo

Oltre che sulla locandina, lo si vede con gli occhiali già dalla prima scena. Bob Dylan-Timothée Chalamet sta camminando per il Village di New York, le strade sono buie, solo con le tenui luci pubbliche e le insegne di negozi e locali, tra cui quella del mitico Chelsea Hotel. Non è più Robert Allen Zimmerman, ma non è ancora “qualcuno”. È A complete unknown, come dice il titolo del film (nella foto, la locandina) diretto, co-scritto e co-prodotto da James Mangold. Gli occhiali non gli servono per non farsi riconoscere e neanche per difendersi dal sole. Eppure sono normali, in acetato nero. Li toglie solo quando parla con qualcuno, come il cantautore folk Woodie Guthrie che va a trovare in ospedale, o Pete Seeger, altro grande del folk, impersonato da un convincente Edward Norton, in lizza come attore non protagonista, tra i vari Oscar cui è candidato il film. Che Bob “tradirà” per seguire un rock da chitarra elettrica al Newport Festival. O nelle rare scene di tenerezza con la dolce Sylvie, ben due volte tradita e abbandonata e Joan Baez anche lei tradita, però capace di reagire.

Ma quando comincia a cantare sul palco, anche se all’aperto e con la luce del sole, Dylan toglie gli occhiali, affidandoli ai suoi assistenti. Per indossarli immediatamente finito lo spettacolo. Non certo per nascondersi, forse per creare un distacco con le persone, chiunque siano, fidanzate, fan, amici, manager o incontri occasionali.

Luisa Espanet

Eventi