Quelle notti magiche con gli occhi di Totò

Stavolta non c’entrano gli occhiali, ma quei grandi bulbi che si spalancarono per la prima volta la sera del 9 giugno 1990, quando Schillaci, appena entrato in campo, con il suo goal regalò la vittoria all’Italia contro l’Austria, nella prima partita dei Mondiali giocati in casa: un’espressione tra lo stupito e lo spiritato, che si ripeté altre cinque volte negli incontri successivi. E che ci accompagna ancora oggi

Totò Schillaci è mancato il 18 settembre a Palermo. Come Paolo Rossi, è stato non solo un grande calciatore e un’icona della nostra Nazionale, ma un simbolo: con lui se ne vanno, forse definitivamente, le notti magiche, cantate da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato nell’estate del 1990, l’ultima estate spensierata italiana, come scrive su ilfattoquotidiano.it Stefano Boldrini, dopo che ci eravamo messi alle spalle “il decennio dell’edonismo reaganiano e del boom effimero, per entrare in quello che avrebbe stravolto la nostra storia: Tangentopoli, l’ascesa di Silvio Berlusconi, la disgregazione dell’Unione Sovietica, il post-comunismo, il trionfo del capitalismo selvaggio”.

La gioia di Totò dopo ognuno di quei goal (nella foto principale, tratta da rainews.it), che gli fecero disputare un Mondiale fantastico dal punto vista personale, anche se amaramente arrestatosi nella semifinale contro l’Argentina di Diego Armando Maradona, e che lo avrebbero fatto conoscere al mondo intero. Ma anche il suo stupore dopo un rigore negato (nella foto sopra, tratta da YouTube), sempre in una partita di quel torneo. Tutto girava intorno ai suoi occhi spalancati, simbolo di un uomo e di una stagione che non ci sono più e già ci mancano.

Angelo Magri

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