Ottica Rizzato: il colore cambia la vita, anche attraverso gli occhiali

È stato il tema analizzato dal punto vendita di Marano Vicentino, in provincia di Vicenza, in una serata organizzata il 10 marzo scorso: una chiacchierata informale fra tre professionisti che, nei rispettivi ambiti, l’interior design, la consulenza d’immagine e l’eyewear, hanno esplorato la forza e le valenze comunicative delle diverse cromie, oltre che il loro impatto sulle emozioni

“L’energia del colore: come i colori possono cambiarti la vita” è stato il titolo della serata a tema organizzata, dopo l’orario di chiusura, da Ottica Rizzato di Marano Vicentino. Il negozio su più livelli, situato all’interno di uno storico palazzo, oltre alle aree dedicate alla vendita, ai controlli visivi e al laboratorio, ospita anche un museo aziendale e lo Spazio Culturale Rizzato, un luogo dove, nelle intenzioni dei promotori, lasciarsi affascinare dalla cultura e dalla bellezza, e che ha accolto l’evento.

Durante l’incontro Gabriele Cavedon, ottico, consulente visivo e di stile del punto vendita, la parrucchiera e consulente d’immagine Elisa Tomasi e la interior designer Silvia Dal Bianco si sono confrontati insieme agli ospiti sulla natura e sulla forza delle differenti cromie in diversi aspetti della quotidianità. «Ho aperto la discussione con una breve introduzione su cosa sia il colore dal punto di vista fisico, per inquadrare l'argomento, poi ciascuno di noi ha declinato il tema nel suo ambito lavorativo - spiega Cavedon (nella foto, da sinistra, con Tomasi e Dal Bianco durante la serata) a b2eyes TODAY - Abbiamo quindi affrontato un excursus su come le varie tonalità possono cambiare un ambiente domestico e su come individuare il taglio o una palette cromatica dei capelli in armonia con le cromie del volto abbia l’effetto di migliorare l'aspetto. Dal canto mio ho posto invece in evidenza come gli occhiali, essendo un oggetto posto sul viso e dunque ciò che un interlocutore vede per prima cosa guardandoci, possano divenire uno strumento strategico per veicolare la propria personalità e comunicare il proprio stile».

Il professionista veneto ha evidenziato il fatto che diverse frequenze e lunghezze d'onda vanno a stimolare sentimenti differenti: se una montatura dalla tonalità marrone o nera dà determinate sensazioni, una rosso vibrante comunica un’energia maggiore. «Le persone possono propriamente parlare di sé in base agli occhiali che utilizzano: tanti vengono in negozio e finiscono per scegliere il classico modello pantos nero perché pensano così di non sbagliare, mentre è possibile mantenere un profilo discreto e sobrio anche con altre tinte - sottolinea Cavedon - Ho dato pure qualche consiglio per quanto riguarda la tonalità delle lenti, su cui molto spesso non si gioca, mentre personalizzare il proprio occhiale anche sotto quell'aspetto, magari con una leggerissima colorazione, può sicuramente cambiarne sia la resa estetica sia il comfort visivo. Quanto alle montature, ho mantenuto il discorso su concetti generali, non volevo che l’incontro assumesse un carattere commerciale: però avevo una cuvette con alcuni occhiali per rendere l'idea tangibile di ciò che stavo dicendo».

L’appuntamento, cui hanno preso parte una quarantina di ospiti, è stato molto apprezzato. «Solitamente organizziamo eventi improntati all’arte e alla cultura, questo è stato più leggero, con un taglio divulgativo ma di grande interesse anche per noi, che così abbiamo avuto l’opportunità di conoscere persone nuove, dato che ciascuno degli esperti intervenuti ha coinvolto i propri clienti - conclude Cavedon - In maniera non prevista, dalla serata è emersa pure una sorta di morale: affidarsi a un professionista in determinate situazioni può portare a soluzioni che non si sarebbero considerate, perché amplia la visione sulle opportunità che si potrebbero avere, anche in termini di scelte eyewear. Come l'occhiale aiuta a vedere meglio il mondo, compresi dettagli che senza sfuggirebbero, così affidarsi a consulenti aiuta a vedere cose e aspetti del proprio essere e del look che magari non si riuscirebbe a percepire».

N.T.

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