Quella solidarietà, che fisicamente non si era potuta manifestare per la pandemia, scoppiata proprio durante la fashion week milanese due anni fa, invece si è sentita e si è toccata. Nei commenti del popolo della moda, anche chi non è stato direttamente coinvolto si è commosso per la situazione dei bambini, degli uomini che si arruolano. Ma anche delle tante signore ucraine che vivono da anni qui in Italia, lontano dalle loro famiglie, per assistere come badanti gli anziani. E poi ci sono state le modelle, giovanissime, svegliate nella notte dalle telefonate dei genitori, che per chissà quanto tempo non potranno rivedere. Le si è viste abbracciarsi, piangere e sorreggersi a vicenda nei backstage. Qualcuna all’uscita ha sventolato la bandiera ucraina. Giovedì scorso davanti alla Fondazione Prada, già due ore prima della sfilata, si è raccolta una grande folla. Non è stato, questa volta, per vedere entrare Kaia la bellissima modella figlia di Cindy Crawford o qualcuno del front row. Modelle, influencer e ospiti ucraine hanno voluto dare un segnale forte contro l’attacco dei russi, avvenuto proprio all’alba. Sulle passerelle c’è chi ha osservato un minuto di silenzio come da Francesca Liberatore. Domenica Giorgio Armani (nella foto, tratta da corriere.it) ha dimostrato ancora una volta la sua umanità. Proprio com’era stato il primo due anni fa, seguito poi da molti, a non sfilare per la sicurezza dei suoi invitati. Non ha annullato l’evento, per rispetto al lavoro dei dipendenti ai quali per la sfilata dell’Emporio, tre giorni prima, come riconoscimento dell’impegno prestato durante la pandemia, ha destinato i 400 posti per ripristinare la capienza totale. Ma ha deciso per una passerella senza musica. “In segno di rispetto per tutte le persone coinvolte nella tragedia in corso in Ucraina”, è stato il commento in inglese per annunciare quel silenzio.
GUERRA IN UCRAINA: A MILANO HA SFILATO ANCHE LA SOLIDARIETÀ
C’è stato chi ha commentato il lato economico, anche sollecitato da domande mirate. Qualcuno ha rivisto la situazione del conflitto del 2014 che aveva causato una perdita del 40% delle esportazioni. Chi si è rallegrato per aver recuperato l’export negli Stati Uniti. Ma durante la fashion week che si è conclusa ieri nel capoluogo lombardo lo spirito solidale ha prevalso sul cinismo dei fatturati