Venezia, gli occhiali esaltano lo stile e la libertà

All’ultimo Festival cinematografico, conclusosi nella città lagunare sabato scorso, lo hanno confermato due pellicole come Queer di Luca Guadagnino ed El Jockey di Luis Ortega. Ma anche in Pedro Almodovar l’eyewear completa l’estetica che addolcisce il delicato tema dell'opera premiata dalla giuria

Tutti i pronostici sono stati confermati. All’81esima Mostra del Cinema di Venezia il Leone d’oro è andato meritatamente al regista spagnolo Pedro Almodovar, 74 anni, sorridente dietro gli inconfondibili occhiali scuri, per The room next door-La stanza accanto, che uscirà nelle sale il 5 dicembre. Protagoniste Julianne Moore e Tilda Swinton, che secondo il regista “sostengono da sole tutto il peso del film e sono incredibili”. Un film girato in inglese, in una bellissima casa in mezzo ai boschi, vicino a New York, in cui si parla di eutanasia e cambiamenti climatici ma anche di amicizia, umanità, perdono e speranza. Da ammirare in particolare tutta l’estetica: i colori, che sembrano un quadro di Edward Hopper, il design, lo stile, compresi gli occhiali da sole di Julianne Moore. 

Occhiali che in diversi film hanno avuto un impatto così importante, da diventare quasi coprotagonisti. È successo con Maria e con Wolfs , ma anche Queer di Luca Guadagnino, nelle sale a fine anno, fin dalla prima scena presenta, grazie allo still life di due paia di eleganti montature anni 50 appoggiate su un letto sfatto, la storia dell’opera: l’amore impossibile tra lo scrittore maledetto William Burroughs, un Daniel Craig quasi irriconoscibile (nella foto, di Yannis Drakoulidis), e la giovane promessa Drew Starkey, nei panni del misterioso Eugene Allerton. Determinante rimane la svolta artistica e visiva di Queer, un vero e proprio salto di qualità, da attribuire anche al talento rivoluzionario di Jonathan Anderson: lo stilista, che è anche direttore creativo di Loewe, adesso collabora con l’amico Guadagnino, scegliendo lo stile, la moda e, ovviamente, gli occhiali iconici.

Infine, un’idea stravagante arriva dall’ironico e surreale El Jockey, dell’argentino Luis Ortega. Il protagonista, un fantino in crisi di identità, non si separa mai dalla sua montatura da gara, anche quando non monta a cavallo. Il suo modo per non aderire alle regole di una società rigida e fin troppo competitiva, imponendo la propria libertà e il proprio stile, anche grazie agli occhiali.

Rosaria D’Amico

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