Vaccini: nel Bellunese una settantina di ottici ha ricevuto la prima dose

Dopo che Federottica nazionale già a inizio gennaio si era rivolta ufficialmente alle istituzioni competenti per chiedere che gli operatori dei centri ottici rientrassero tra i soggetti che potessero accedere da subito alla vaccinazione anti Covid, anche numerose territoriali si sono mosse in questi mesi per raggiungere l’obiettivo comune, interpellando capillarmente autorità regionali, sindaci e aziende sanitarie locali: con risultati molto diversi

Sono di mercoledì 24 marzo le parole con cui Mario Draghi, intervenendo in Senato, ha ribadito la volontà di riposizionare con decisione la barra del timone sul criterio dell’età e della fragilità nella campagna vaccinale, invitando le Regioni ad attenersi alle priorità indicate dal ministero della Salute. Di fatto sino a ora diverse Federottica regionali o provinciali, sulla scorta dell’azione intrapresa dalla sede nazionale, si sono prodigate per portare avanti un’azione capillare sul territorio volta a richiedere di poter accedere alla vaccinazione, spiegandone le motivazioni: dalla difficoltà a operare mantenendo le distanze di sicurezza previste alla essenzialità del servizio, poiché i centri ottici sin dall’inizio della pandemia sono stati inseriti tra le attività di prima necessità e, durante i lockdown e in zona rossa, sono rimasti aperti per fornire assistenza e supporto alla popolazione e a medici, operatori sanitari e lavoratori delle categorie essenziali.

I risultati sono diversi non solo tra le regioni, ma anche tra le singole province, in virtù del fatto che vengono applicati criteri e decisioni differenti. «Premesso che nonostante l’Ulss veneta sia governata da una sede centrale, anche da noi l’opportunità di vaccinarsi è a livello di “macchia di leopardo” - spiega a b2eyes TODAY Carlo Cavalli, presidente di Federottica Veneto Urvoo - Ogni Federottica provinciale si è mossa in autonomia con i propri mezzi e si è messa in contatto con le Ulss locali: alcune province hanno potuto partire prima di altre, ad esempio Belluno, dove la somministrazione agli ottici ha già preso il via». Ha poi iniziato Venezia, aggiunge il professionista veneto, e ora «anche per la provincia di Padova si è riusciti a organizzare l’opportunità di presentare la lista degli associati che esprimono il consenso, per creare un elenco ufficiale che sarà, appena disponibile, preso in considerazione - conclude Cavalli - È chiaro che tutto ciò deve fare i conti con le disponibilità dei vaccini e i protocolli delle aziende sanitarie». Nel Bellunese oggi sono circa in 75, tra imprenditori e collaboratori dei centri ottici, ad aver ricevuto la prima dose di vaccino Pfizer, domenica prossima dovrebbero salire a un centinaio. Per quanto riguarda invece la provincia di Treviso, da lunedì prossimo sarà attiva una nuova piattaforma online attraverso la quale ci si potrà prenotare per la vaccinazione non solo in base all'eta, ma anche all'appartenenza ad alcune categorie professionali, tra cui quella degli ottici, come riporta Treviso Today.

È di questi giorni la notizia che anche Federottica Umbria sta raccogliendo le adesioni alla campagna vaccinale e provvederà al caricamento dell’elenco degli operatori eleggibili per la vaccinazione che sarà trasmesso alla Regione, come si legge in una nota pubblicata sul sito di Confcommercio. «Dopo l’accettazione della richiesta, però, sono cambiate le direttive da parte della Regione stessa che ha stabilito che a oggi la vaccinazione possa avvenire solo seguendo il criterio dell’anno di nascita: noi invieremo comunque l’elenco, ma non è dato sapere se a questo punto andrà a buon fine - precisa al nostro quotidiano Marco Lollini, presidente della territoriale umbra - Il nostro contributo era stato rivolgerci direttamente alla Regione richiedendo di poter essere inseriti, in quanto categoria considerata essenziale sin dal primo lockdown, tra le prime coinvolte dal piano vaccinale, poiché la nostra attività prevede di operare ben al di sotto del distanziamento sociale previsto. E la Regione aveva in qualche modo recepito: per ora si stanno raccogliendo le adesioni». Per alcune che sono riuscite a trovare disponibilità, altre territoriali, che si sono mosse sia sul piano regionale sia provinciale, dal Piemonte alla Toscana, dall’Emilia Romagna alla Campania, ad esempio, hanno al momento incassato dei no o sono in attesa di risposte.

Anche Federottica Lombardia si è mossa da subito con le autorità competenti. «Il 5 gennaio e, successivamente, il 4 marzo abbiamo richiesto alla Regione la possibilità di rientrare tra le categorie professionali prioritarie per quanto riguarda la campagna vaccinale - spiega a b2eyes TODAY il presidente, Renzo Zannardi - Il 18 marzo scorso ci ha incontrato il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana: ci ha fatto presente che, una volta esauriti gli elenchi in corso di esecuzione, cioè ultraottantenni, forze dell’ordine e insegnanti, per volontà del governo nazionale si procederà esclusivamente con il criterio anagrafico a scalare».

«Dall’inizio della campagna vaccinale Federottica si è rivolta al ministero della Salute e agli assessorati competenti delle singole Regioni per segnalare la specificità della categoria - dice al nostro quotidiano il presidente nazionale, Andrea Afragoli - La nostra è stata considerata, sin dal lockdown di un anno fa, un’attività di prima necessità, sempre aperta e con comportamenti professionali, come la refrazione visiva o l’applicazione di lenti a contatto, ma anche l’adattamento di un occhiale, che inevitabilmente non possono consentire il metro di distanza. La richiesta di essere considerati tra le categorie prioritarie da vaccinare non rappresenta, perciò, una scorciatoia o una scelta di comodo, bensì la risposta a un’evidente esposizione a rischi maggiori». Federottica comunque si atterrà alle linee guida governative, «continuando a monitorare la situazione, nel rispetto della salute degli operatori dei centri ottici e dei cittadini che si affidano a loro», sottolinea Afragoli.

A.M. e N.T.

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