R.O.M.: da Oculus un report per gestire la secchezza oculare

Grazie al Jenvis Pro Dry Eye Report del Keratograph 5M, in mostra al Convegno 2022 di Monopoli, l’ottico optometrista può disporre di una topografia avanzata della superficie anteriore dell’occhio

Gli attuali stili di vita rischiano di favorire le problematiche visive legate all’occhio secco. Oculus Keratograph 5M (nella foto, in basso), con lo specifico software Jenvis Pro Dry Eye Report, distribuito in esclusiva sul canale ottico italiano dalla R.O.M. a partire dal 2020, con riscontri positivi sul mercato, consente test avanzati per comprendere nel dettaglio la natura della superficie oculare e del film lacrimale.

«Partendo dai sintomi del cliente e basandosi sul risultato dei test del Keratograph 5M (nella foto principale) si possono osservare la stabilità e il tempo di rottura del film lacrimale (TF-Scan): la registrazione video, fino a 32 immagini al secondo, permette di studiare la diffusione delle particelle del film lacrimale e di trarre conclusioni sulla sua dinamica e viscosità - spiegano a b2eyes TODAY in R.O.M. - Inoltre vengono prese in considerazione la disfunzione delle ghiandole di Meibomio (Meibo-Scan), l’apporto di ossigeno alla cornea (OxiMap) e il rossore limbale e bulbare in maniera oggettiva evidenziando i vasi congiuntivi e valutando il grado di arrossamento (R-Scan)».

I dati sono generati da misurazioni senza contatto, valutati automaticamente e rappresentati in diagrammi che offrono una significativa quantità di informazioni raccolte nel Jenvis Pro Dry Eye Report. «Vanno così a dare forma a un piano di gestione individualizzato per ciascuna persona, di cui è possibile monitorare i progressi - precisano in R.O.M. - Le alterazioni corneali possono essere perciò rilevate in una fase precoce, acquisendo dati precisi, affidabili e riproducibili da valutare con il medico oculista».

(red.)

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