Occhiali, dentifricio e spazzolino da denti

Mancavano pochi giorni a Mido 2023. L’intervista di Vittorio Tabacchi al Mattino di Padova sulla possibile vendita o chiusura dello stabilimento Safilo di Longarone ci ricordava cosa sarebbe stato utile mettere in valigia per il viaggio a Milano

Mido rappresenta sempre per l’ottica uno spartiacque tra il passato e il futuro. Safilo aveva appena annunciato la necessità di cedere l’impianto di Longarone con i suoi 472 lavoratori e allo stesso tempo atterrava verso un equilibrio finanziario “con la soglia del miliardo di euro di ricavi e 100 milioni di utili”. Quella di Longarone 2023 è la fase due del ridimensionamento di uno stabilimento creato per l’appunto da Tabacchi, votato principalmente alla lavorazione del metallo. Ciò che il Cavaliere aveva costruito nel 2000 a Longarone, ovvero più di ventimila mq di fabbrica, lo ha replicato Thélios con un polo produttivo che attualmente occupa un migliaio di dipendenti. Ci sono voluti più di vent’anni per tornare al via. Tant’è che oggi la creatura di Tabacchi non è più la diretta rivale di Luxottica per lo scudetto. Gioca, distaccata, per un posto in Champions, insieme a Thélios e a Kering.

Le regole del mercato, e le conseguenti tattiche, sono cambiate da quando le griffe del lusso dell’occhialeria sono tornate ai loro proprietari. Una decisione, in particolare per Gucci e Dior, che ha confermato il salto di valore dell’accessorio per noi più amato, ma allo stesso tempo ha determinato la fine dei giochi da cui è iniziato tutto. Lo sa bene la Safilo di oggi che ha cercato altrove, oltre le griffe appunto, il suo nuovo equilibrio economico. In particolare, “con acquisizioni di marchi e la forza negli Usa, che vale ormai la metà dei ricavi, e la spinta nelle vendite online”, come ricorda il Corriere del Veneto, il quale sostiene che ora produrre in Italia significa lusso e il lusso nell’occhiale, nonostante tutto, sono ancora Gucci e Dior, rispettivamente Kering e Thélios.

Il mondo dell’occhiale che Tabacchi nel 2000 aveva creato a Longarone per la sua Safilo non esiste più. Longarone è un paesino che nel 2001 vantava 5.844 abitanti e nel 2021 ne conta 5.078. Nonostante la nascita della “glasses valley” il tessuto demografico è rimasto quello di vent’anni fa. La ricchezza si è distribuita altrove. Il Cavaliere ha i suoi motivi quando il 30 gennaio scorso ricorda al Mattino di Padova: “non credo che ci saranno difficoltà a piazzare queste persone. Ci sono tante occhialerie in espansione. Ma la mia , lo convengo, è più una speranza che una certezza”. Una valutazione misurata ma allo stesso tempo positiva e certificata da un fatto successivo all’intervista. Mido 2023 non ha registrato alcuna iniziativa di protesta o solidarietà per una situazione occupazionale numericamente così rilevante per un settore come quello dell’eyewear. I giochi a Longarone sono ancora aperti, ma gli operatori della filiera probabilmente sanno in cuor loro che le cose si risolveranno e che i 472 lavoratori continueranno a fare il loro prezioso mestiere nel nostro mondo.

Cavalier Tabacchi, lei afferma che la crisi di Safilo è iniziata quando i dirigenti storici sono stati sostituiti da altri provenienti da aziende di dentifricio e spazzolini da denti. Spero però sia d’accordo con me che diventiamo tutti più grandi e maturi grazie alle contaminazioni, alle diversità, alle capacità di riportare in equilibrio le cose pensandole diversamente. Non è del tutto automatico che il mondo sia uguale o migliore di prima, ma è il futuro che rincorriamo ogni giorno. Quel futuro che anni fa, caro Cavaliere, la portò a diventare presidente di un organismo autorevole come Commissione Difesa Vista. Ogni epoca ha i propri visionari. Sta a ciascuno di noi decidere se il migliore calciatore di tutti i tempi sia stato Pelè, Maradona oppure Messi o Cristiano Ronaldo.

Nicola Di Lernia

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