Occhialeria, rinnovato il contratto nazionale fino al 2022

Per la parte economica è stato deciso un aumento dei minimi contrattuali a regime di 70 euro lordi medi, con una prima tranche di 30 euro dal luglio prossimo e una seconda di 40 euro da gennaio 2022

Di questi tempi la firma tra associazioni imprenditoriali e sindacati su un contratto nazionale non è una notizia da poco. L’occhialeria italiana è riuscita a portare a casa un rinnovo che interessa circa 18 mila lavoratori, non senza difficoltà, ma anche con la consapevolezza che si tratta di un elemento positivo e di fiducia nel futuro, alla luce della pandemia e della conseguente crisi economica ancora in corso. Il contratto nazionale di lavoro del settore era scaduto il 31 dicembre 2018. La trattativa tra Anfao e le organizzazioni sindacali nazionali di categoria Femca-Cisl, Filctem-Cgil e Uiltec-Uil si era aperta nel 2019, è stata lungamente interrotta a causa dell’emergenza sanitaria ed è ripresa nel settembre scorso: il 4 dicembre è giunta a conclusione con un accordo che decorre dal 1° gennaio 2019 e avrà durata quadriennale fino al 31 dicembre 2022.

Con una nota Anfao sottolinea che l’intesa prevede per la parte normativa alcune innovazioni: in particolare, il rinnovato impegno delle parti a dare attuazione alle iniziative comuni in materia di relazioni industriali e sindacali ed enti bilaterali, l’ampliamento della flessibilità in entrata con l’aumento delle quote contrattuali per la stipula di contratti a termine e in somministrazione, l’ampliamento del diritto allo studio in particolare per gli studenti universitari, l’impegno delle aziende nel riconoscimento della professionalità e il potenziamento del welfare contrattuale sia per la previdenza complementare sia per l’assistenza sanitaria integrativa.

Per la parte economica, a causa della crisi del settore in atto, non è stata considerata un’una tantum per il periodo vacante: quindi non sono stati previsti incrementi economici, e conseguenti costi per le imprese, per due anni e mezzo, dal 1° gennaio 2019 al 30 giugno 2021. «Si tratta di un accordo raggiunto in un momento di gravissima crisi del settore dovuta alle conseguenze, su scala globale, dell’emergenza sanitaria Covid-19: tale crisi, che ha segnato tutto il corrente anno 2020 e che prevedibilmente avrà ancora pesanti riflessi almeno sul prossimo anno 2021, presenta gravi preoccupazioni per la stessa tenuta del settore e conseguentemente per l’occupazione - dichiarano nel comunicato Giovanni Vitaloni, presidente di Anfao, e Lorraine Berton (nella foto), presidente della Commissione Sindacale - Ma la responsabilità, pur in momento così difficile, ha prevalso e ha permesso di raggiungere un accordo che definiremmo appunto di responsabilità».

(red.)

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