Nervo ottico, si può riparare grazie alla terapia genica?

Un team di ricercatori dell’Università britannica di Cambridge ha messo a punto una nuova tecnica, illustrata su Nature Communications, in grado di aumentare la produzione di protrudina, una speciale proteina che favorisce la ricostruzione delle fibre nervose danneggiate a seguito di una lesione: studiata sui topi, potrebbe aprire la strada a innovativi trattamenti per la cura del glaucoma, una delle principali cause di cecità in tutto mondo

Il team ha utilizzato un sistema di coltura cellulare per far crescere le cellule nervose, ha quindi danneggiato i loro assoni, ovvero le fibre nervose, usando un laser, e analizzato al microscopio la risposta a tale lesione. I ricercatori hanno scoperto che l'aumento della quantità o dell'attività della proteina ZFYVE27, nota come protrudina, in queste cellule nervose accresce notevolmente la loro capacità di rigenerarsi. Come ampliare le potenzialità di tale processo? Una risposta può venire dalla terapia genica, che gli studiosi hanno utilizzato per incrementare la quantità e l'attività di protrudina nell'occhio: quando hanno misurato il livello di rigenerazione poche settimane dopo una lesione da schiacciamento al nervo ottico, hanno scoperto che la proteina aveva consentito agli assoni di rigenerarsi e che le cellule gangliari della retina erano protette dalla morte cellulare. Il team ha messo in luce che questa tecnica può aiutare a evitare il glaucoma, patologia in cui il nervo ottico che collega l'occhio al cervello viene progressivamente danneggiato: per dimostrare l’effetto protettivo della protrudina i ricercatori hanno utilizzato un'intera retina di un occhio di topo e l'hanno coltivata in un piatto di coltura cellulare. Di solito circa la metà dei neuroni retinici muore entro tre giorni dalla rimozione dalla retina, ma lo studio ha evidenziato che l'aumento o l'attivazione della proteina ha portato a una loro protezione quasi completa.

«La nostra strategia si basa sull'utilizzo della terapia genica, un approccio già in uso clinico, per veicolare protrudina negli occhi - commenta sul sito dell’università di Cambridge uno degli autori dello studio - È possibile che il nostro trattamento possa essere ulteriormente sviluppato come un modo per proteggere i neuroni della retina dalla morte, oltre a stimolare i loro assoni a ricrescere. È importante sottolineare che questi risultati avrebbero bisogno di ulteriori ricerche per verificarne la possibilità di essere sviluppati in trattamenti efficaci per gli esseri umani» (immagine tratta da Freepik).
(red.)

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