Nei suoi 40 anni di carriera come giornalista in Rai, Vincenzo Mollica (nella foto, tratta da teatroarcimboldi.it) ha incontrato davvero tutte le più grandi celebrità del cinema e della musica, del fumetto, della tv e della letteratura, da Federico Fellini a Sharon Stone, da Andrea Camilleri a George Clooney, passando per Alberto Sordi, Nino Manfredi, Roberto Benigni e Lady Gaga. Ma se ne potrebbero citare ancora tantissimi. Una lunga e ricca serie di esperienze, di vita e professionali, confluita in un monologo che è stato una sorta di vera e propria confessione, intima e sincera, in cui ha svelato aneddoti e dietro le quinte su questa moltitudine di personalità che ha potuto intervistare e narrare al pubblico.
Il racconto si è snodato «dai suoi primi anni di infanzia in Calabria, quando gli diagnosticarono una cecità che lo avrebbe attanagliato in vecchiaia, agli esordi professionali in cui, ironia della sorte, incontra artisti non vedenti come Stevie Wonder, lo scrittore Borges, fino ai suoi ultimi discorsi con un Andrea Camilleri oramai non vedente - si legge in una nota sul sito del Teatro Arcimboldi di Milano, dove L’Arte di non vedere è approdato dopo aver debuttato alcuni giorni prima a Roma - Ma è Federico Fellini che gli insegna a “guardare oltre” fin da ragazzo».
Ai microfoni del Tg3 Regione Lombardia di lunedì scorso, Mollica ha anticipato prima di andare in scena nel capoluogo lombardo che avrebbe raccontato anche di come ha convissuto con la perdita della vista, sopraggiunta a 65 anni, ma di non avere rimpianti perché in vita sua ha visto tutto ciò che doveva. «Certo avrei voglia di vedere ancora tante cose, ma già quello che ho visto mi rende la memoria ricca di storie da tirar fuori - ha detto - Del resto non bisogna perdere, mi diceva Camilleri, la memoria dei colori. Io quella la tengo sempre viva e così vive la mia memoria e così vivo io, in mezzo a questo bellissimo mare di ricordi».
(red.)