L’ottica nel fango

Dopo quanto successo in Emilia Romagna è arrivato il momento di dare solidarietà e aiuti che si rispettino a una filiera così importante dell’industria, del commercio e dell’ambito sanitario

Mentre andiamo online molte delle zone alluvionate sono ancora un immenso lago artificiale. Un lago che, nonostante l’utilizzo costante di pompe idrauliche, fatica a ridursi. La sua presenza, dicono gli esperti, è come una spada di Damocle. Se dovesse tornare il maltempo prima che quell’acqua vada al mare, si potrebbe correre un pericolo ancora maggiore. Io che ho vissuto l'alluvione di Venezia nel novembre del 2019 non riesco del tutto a comprendere il dramma che stanno vivendo in Emilia Romagna. In Laguna dopo un po’ l’acqua salsa scende. È pur sempre tragedia, ma non la stessa cosa.

Nei giorni scorsi, durante un servizio dell’edizione serale del Tg5 ho visto per pochi secondi una vetrina, quella di un negozio di Faenza: Mondo Ottica. Sotto la vetrofania fissa dell’insegna, una scritta a mano: grazie a tutti (nella foto principale). Ho contattato i titolari, via Messenger. Non li conoscevo, ma volevo sapere qualcosa di loro. Mi hanno risposto più velocemente di quanto pensassi, mi hanno ringraziato e inviato le foto del loro disastro (nella foto sotto) e un vocale in cui traspariva l’emozione forte di questo momento.

Quanti nell’ottica stanno vivendo lo stesso dramma? B2eyes Today ha raccolto alcune testimonianze e le ha raccontate. Questi articoli non aiutano a spalare il fango, a togliere l’acqua dagli scantinati, ma scaldano il cuore, fanno sentire vicinanza a chi probabilmente non si conosce, ma vive il nostro stesso mondo e prima o poi incontreremo.

Forse sarebbe utile che le associazioni imprenditoriali del nostro settore aprissero un conto corrente comune dedicato agli aiuti, che ci si trovasse tutti insieme a fare qualcosa per gli amici, i colleghi e i clienti dell’Emilia Romagna, perché sentano un unico grande cuore che pulsa per loro. Ma, come sempre, il tempo cancellerà i ricordi. Magari batteremo loro la mano sulla spalla al prossimo Mido, quando li incontreremo nei corridoi. O magari anche no.

Nicola Di Lernia

Professione