Longoni: riusciva a rendere l’optometria anche un momento conviviale

Proseguono i ricordi dell’imprenditore ottico varesino, venuto a mancare il 22 agosto: chi gli è stato più vicino riporta i numerosi momenti di amicizia e di svago, durante i quali non mancava mai il riferimento alla professione

«Una giornata soleggiata, sulle rive del Lago Maggiore: l'ennesimo invito che Jeff e Graziella ci avevano fatto dalla loro casa di Ispra, immersa nel verde. Gianni Rehak e io, con relative consorti, avevamo accettato più che volentieri, con la voglia di rinnovare un’amicizia di tanti anni, mai intaccata dal tempo e dalla distanza». Così Marco Menegazzi (il primo a destra, nella foto principale, accanto ai coniugi Rehak e Longoni) ricorda al nostro quotidiano uno dei molteplici momenti vissuti accanto a Longoni, deceduto il 22 agosto scorso. «In precedenza ci trovavamo spesso nell’Astigiano per rendez-vous conviviali con Ugo Frescura, ma dopo la sua scomparsa non ce la sentivamo di proseguire questi appuntamenti: a tutti noi Ugo mancava molto - afferma ancora Menegazzi - Così anche quella volta, a casa di Jeff, l’inerzia dei discorsi ci ha, nemmeno a dirlo, portati a parlare di optometria: ci siamo resi conto che Jeff aveva bellamente aggirato il pensionamento e continuava a lavorare con intensità per il profitto dei giovani laureati. Quanto aveva insistito, quel giorno sul lago, perché organizzassimo altri incontri, magari in Sicilia dove aveva l’altra sua casa, di fronte al mare. Purtroppo le promesse fatte sono spesso condizionate da altri o da altre circostanze: tutti noi sapevamo bene, comunque, che l'assiduità non era così indispensabile a farci sentire amici. Mi permetto di trattenere per me altri cento segmenti di comuni ricordi: grazie, amico Jeff».

Con Longoni, Riccardo Perris si era laureato in Psicologia a Padova e in precedenza aveva intrapreso un lungo viaggio in Canada per comprendere meglio il modello locale universitario in optometria. «Ho conosciuto Jeff nel 1967 con la Società d’Optometria d’Europa e, successivamente, abbiamo condiviso l’esperienza dei primi corsi di optometria e quindi della scuola di Milano, dove lui è rimasto attivo fino al 1980 e io per altri quindici anni - racconta a b2eyes TODAY Perris, che oggi fa lo psicoterapeuta - A metà degli anni 70, con la liberalizzazione dell’accesso alle facoltà italiane, abbiamo deciso di frequentare il corso di laurea in Psicologia all’ateneo padovano, vivendo e studiando in un convento ecclesiale per quattro anni e laureandoci nel ’78: ci interessavano tutti gli aspetti alla rieducazione visiva, soprattutto nei bambini. Sei anni prima, inoltre, avevamo trascorso quindici giorni a Montreal, insieme a Ugo Frescura, Gianni Rehak e Sergio Berti: la mattina seguivamo i corsi universitari di Optometria, per capire come era organizzata questa facoltà e poterne così importare in Italia il modello, mentre nel pomeriggio andavamo nello studio di Armand Bastien, che era un docente dell’ateneo, per osservare come lavorava. Questa esperienza ha cambiato completamente la nostra mentalità e l’approccio alla professione».

Perris tuttavia non scorda altri viaggi compiuti con il collega scomparso dieci giorni fa. «Indimenticabile fu quello in auto per raggiungere il Convegno di Ginevra della SOE, sempre nei primi anni 70, tra problemi al motore e grandi risate - dice - Oppure sul finire di quel decennio le ferie in roulotte, con altre persone e colleghi, come Gianni Cesana, che permisero a Jeff di conoscere la bellezza di Porto Palo, in Sicilia, al punto che decise di acquistare qui la casa che tanto ha amato».

A ricordarlo ancora, sul sito di Aloeo, anche Simone Santacatterina. «Ti ho conosciuto anni fa, una sera, mi sei stato presentato dall'amico e collega Giulio Velati a una riunione a Cassano Magnago, sede dell'allora distaccamento di Federottica per Varese. Ho scoperto subito che, anche se di Saronno, abitavamo di fatto tutti e due a Ispra. Da lì il rapporto è stato sempre più stretto, sei stato una persona che ho ammirato fin da subito, con la tua curiosità, con la tua voglia di scoprire cose nuove, di combattere sempre per ottenere quello che tutti noi professionisti vogliamo, per me sei stato un esempio da seguire e cercherò di non deluderti - scrive Santacatterina - Hai fatto sempre tanto, hai voluto riconoscere il percorso universitario dei giovani laureati in Ottica e Optometria, partecipando come ideatore e fino a oggi responsabile del comitato giudicante le tesi di questi ragazzi con il VisionOttica Award, hai creduto in loro sempre, ancora una volta come un pioniere! Ricordo le chiacchierate fatte, i dubbi, le strategie e i tuoi suggerimenti, ricordo ogni incontro, l'ultimo è stato il 13 giugno, giornata che abbiamo passato insieme, prima in università a Milano Bicocca e poi in Regione Lombardia. Ti ricordo e porterò sempre nel mio cuore. Ogni tanto mi parlavi in dialetto: "fa balla l'oeucc", stai attento, guardati intorno, lo farò! Grazie, grazie, grazie!».

Anche il vertice di Federottica Milano Acofis si unisce al dolore della comunità optometrica per la scomparsa di Longoni, spesso vicino e presente alle varie iniziative della territoriale milanese, come la Santa Lucia del 2016 (nella foto, in alto, con Michela Salerno, presidente dell'associazione), dove intervenne come relatore, o il convegno del 13 giugno scorso al Pirellone.

(red.)

 

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