Alla vigilia di un importante convegno biennale sul tema partono anche le iscrizioni al corso di alta formazione, a numero chiuso, che si terrà all’Università di Padova su questa disciplina
A Roma in questo weekend le aziende di Assottica invitano i loro clienti a una due giorni ricca di suggestioni e di temi caldi. Nell’ottica in questi ultimi 24 mesi ne sono successe di tutti i colori. Ritengo quindi che la Capitale possa essere un banco di prova autorevole del ruolo che la contattologia vuole rivestire nel grande cambiamento in atto. E invito quindi il congressista a porsi questa domanda centrale, indipendentemente dai fuochi d’artificio e dall’operatività dei workshop: come la contattologia di oggi può essere in grado di differenziare il mio centro ottico e distinguerlo dalla massa, cosa che una volta succedeva con le insegne al neon delle “lenti corneali”?
Le risposte a chi si pone veramente questa domanda si potranno trovare sia a Roma sia a Padova. E queste due location non sono alternative, bensì complementari e comunicanti tra loro. Il pacchetto delle lenti ci ha abituato a pensare al segmento indistinto di pubblico al quale si rivolge, all’applicazione facile, all’adattamento veloce, al libero riacquisto, alla compliance salvo complicazioni. Ma i valori elencati sono più patrimonio di un pubblico giovane, soggetti che vogliono tutto e subito senza se e ma. La consacrazione delle lenti a contatto giornaliere per presbiti avvenuta proprio due anni fa in Assottica da parte delle major della contattologia credo che abbia fatto comprendere a molti contattologi, ma soprattutto ai produttori stessi, che il passaggio generazionale dai 20 ai 40 anni necessita di un cambio di rotta.
Tanto sbarazzino è il ventenne quanto attento ed esigente è il quarantenne. La promessa delle aziende che per un’applicazione di successo di una multifocale bastano meno di 15 minuti è un errore grammaticale quanto quello di una lente oftalmica progressiva valida per tutte le distanze e per tutte le condizioni. Il nostro quarantenne, soprattutto il neofita, esce dallo studio con una buona sensazione ma quando inizia a usare la lente, alla guida ad esempio, comprende che non si impara così in fretta. Quindi la nuova contattologia over 40 deve mutuare molto da quella classica e dalla sua tradizionale “pazienza”. Ma allo stesso tempo, per potersi differenziare veramente, il contattologo deve anche cogliere la modernità dell’approccio del “pacchetto”, la contemporaneità dei canali internet. Deve familiarizzare con i social e spettacolarizzare il servizio della contattologia come fosse una targa onorifica. Solo l’incrocio di queste due culture aiuterà il centro ottico a emergere. L’una ha bisogno dell’altro. Soprattutto se l’industria riconoscerà tutti i giorni e non solo ogni due anni il ruolo di chi applica e moltiplica.
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