L’inflazione eroderà anche l’ottica? Smetti di vendere, inizia ad aiutare

Era tempo che non se ne discuteva nel nostro paese. Nei primi mesi del Covid si era arrivati addirittura a parlare di deflazione, il suo contrario. Poi al distributore di benzina abbiamo iniziato ad accorgerci che qualcosa stava cambiando. Il prezzo della verde al self service agli inizi della pandemia si assestava sull’1,570 euro al litro contro l’1,750 attuale. E dopo venti mesi anche il tasso complessivo dell’aumento dei prezzi si è messo a galoppare

L’inflazione è una brutta bestia per il commercio, perché erode il potere d’acquisto delle famiglie e di conseguenza è in grado di decelerare la crescita economica di un paese. Secondo il quotidiano La Stampa, in Germania a fine novembre potrebbe arrivare a toccare il 6% dopo che a ottobre l’aumento dei prezzi è salito fino al 4,6%. Uno scenario inaspettato che si cala in un’economia tedesca già in rallentamento a causa della scarsità delle materie prime e della manodopera. In Italia l’inflazione il mese scorso si è collocata al 3%: gli analisti ragionano che se sarà temporanea, un semestre, non influirà sui tassi di interessi (quindi sui mutui) e sulla ripresa dell’offerta e della domanda. Resta il fatto che sin dal prossimo Natale l’italiano medio si troverà di fronte a scelte già definitive e non procrastinabili a sei mesi: pagare quello che è veramente necessario e vedere quello che gli resta in tasca.

Come potrebbe incidere sul nostro settore questo semestre di burrasca? È probabile che nell’ottica la forbice fra il prodotto di alta gamma e quello standard diventi ancora più larga erodendo il centro, ovvero la scelta di mezzo. Da Natale in poi potremmo avere buste lavoro, il cui prezzo medio in passato era sempre in salita, meno ricche di contenuti tecnologici e più tarate a una prestazione ordinaria. Fatta salva la fascia che nell’ottica contraddistingue la minoranza con maggiore disponibilità economica, abituata agli aumenti di prezzo del lusso, tutto il resto potrebbe essere un terreno che saremo costretti a rizollare. Onde evitare che le sirene degli sconti e dei prezzi facili inghiottano il target medio consapevole, spaventato dall’economia in generale, nel 2022 occorre dunque ripensare i veri motivi, non solo quelli commerciali, che devono spingere le persone a scegliere lenti e montature più performanti. Alto indice, protezioni, nuove generazioni di geometrie, materiali top per l’eyewear. Tutto si deve tradurre in una sola parola: valore per chi li usa. Sembra una frase scontata, eppure se aumenta solo il valore e non il volume del nostro mercato esiste un egoismo di base che va resettato.

Zig Ziglar, scrittore motivazionale americano nato nel 1926, meno conosciuto ma non meno attivo del collega Brian Tracy, ha coniato per i suoi allievi una massima: smetti di vendere, inizia ad aiutare. Forse dobbiamo ricominciare tutti da qui. Altrimenti non conquisteremo nuovi pubblici e manterremo bene solo quelli vecchi.

Nicola Di Lernia

Professione