Lo ha detto Albert Watson (nella foto) durante l’evento organizzato per la prima giornata di Mido 2021 Digital Edition: il noto fotografo ha spiegato, con il supporto di figure di spicco del settore, che cosa significa e cosa rappresenta il concetto di bellezza
«Vorrei raccontarvi quanto sono stato fortunato nella vita». Albert Watson si presenta così in video per introdurre l’inizio di un viaggio, racchiuso in un filmato di 40 minuti. L’elenco di paesaggi, oggetti preziosi e di avventure meravigliose, l’incontro con personaggi importanti e famosi, tutti immortalati dai suoi obiettivi. «Non ho ancora finito, però - dice - Intendo continuare molto a lungo: la bellezza del mondo è sconfinata». Ma come si riconosce? Esercitandosi, suggerisce, a scoprirla nel vortice di immagini al quale siamo sottoposti quotidianamente. Come può essere conciliata la bellezza con il mondo digitalizzato in cui viviamo lo spiega Mik Somers, designer del brand di ricerca belga Theo. «Oltre a quella di tendenza c’è la bellezza che ha a che fare con il design e l’ispirazione: qui subentra la collaborazione fra marchi e rivenditori e un mix fra online e offline, alla ricerca del messaggio che ha come unico obiettivo ispirare il consumatore». Ma sappiamo davvero come interpretare i bisogni, le aspettative e i desideri delle nuove generazioni? Che direzione ha preso il mercato dell’ottica per andare incontro alle loro esigenze? Secondo Satoshi Otsuki, presidente di Charmant Europe, le tre parole che descrivono il futuro sono comfort, vicinanza e individualità. «Oggi i clienti vogliono un servizio individualizzato poiché sono diversi e si sentono diversi - sottolinea - Il settore dell’eyewear è quindi pronto per il futuro, perché queste cose le fa già e il futuro è dietro l’angolo».
L’obiettivo di Watson di sposta poi sulle priorità della natura e il focus si concentra sul tema della sostenibilità nell’occhialeria, che sta diventando sempre più una realtà. «Dobbiamo smettere di pensare che ci si possa limitare alla fase produttiva: la vera sfida è gestire l’eccesso di offerta, saper prevedere la domanda permette di evitare l’esubero di scorte che devono essere smaltite», dice Barbara De Rigo, chief marketing officer di De Rigo Vision. Nell’eyewear, secondo il fotografo, l’equilibrio sta nel punto di incontro fra l’uomo, la sua artigianalità e la tecnologia. «Abbiamo inserito le nuove tecnologie nei processi produttivi, con una impostazione sempre più digitale, sempre nell’ottica della ricerca del giusto equilibrio fra lo sviluppo e l’artigianalità», afferma Fabrizio Curci, ceo e general manager di Marcolin. Per il gran finale Watson tratteggia le prospettive per il futuro dell’eyewear, «che sicuramente sarà il precursore di una grande rinascita», sottolinea. A detta di Nicola Zotta, presidente e ceo di Marchon, sono tre gli aspetti per i quali il cambiamento apportato dalla pandemia rimarrà tale: l’eyewear, il digitale e il riconoscersi nei valori di un marchio. In particolare «i centri ottici aperti anche durante l’emergenza sanitaria hanno registrato un innalzamento della fiducia da parte dei consumatori, insieme a un incremento della domanda: tutto questo rappresenta un’ottima ricetta che permetterà al nostro settore di crescere», conclude il manager.
F.T.