Kering, 2 miliardi di fatturato a medio termine

È l’obiettivo della divisione eyewear del colosso di François-Henri Pinault, illustrato nei giorni scorsi al Capital market day dedicato, che si è svolto nel quartier generale del gruppo a Parigi: a trainare la crescita saranno soprattutto i marchi di proprietà

Dopo il recente ingresso di due realtà premium come Lindberg e Maui Jim, Kering Eyewear porta al 40% la quota dei proprietary brand, al quale si aggiunge il 60% degli housebrand che fanno capo al gruppo (nella tabella, in basso). Così, se nel 2021 i ricavi hanno oltrepassato i 700 milioni di euro, l’intenzione della società guidata da Roberto Vedovotto è arrivare a 2 miliardi a medio termine, con un margine Ebit superiore al 15%. È quanto emerge dalla fotografia scattata nella giornata dedicata all’incontro tra Kering Eyewear e la comunità finanziaria: se nel 2015, anno di fondazione dell’azienda, il primo step si è concretizzato nell’internazionalizzazione e nella crescita organica, il secondo passaggio, datato 2017, ha riguardato l’espansione del portfolio attraverso la partnership con Richemont.

Ora, oltre alla strategia di consolidamento dei marchi di proprietà attraverso operazioni di acquisizione, i driver per raggiungere l’obiettivo sono la sostenibilità, i retailer online, i prodotti con un elevato contenuto di innovazione e di profittabilità e la capillarità della distribuzione. Quest’ultima oggi può contare anche su nuovi canali: un crescente numero di partner dell’e-commerce, in particolare fashion e-tailer, e più di venti tra shop-in-shop e boutique indipendenti, in partnership con clienti di fiducia (nella tabella principale: il percorso di crescita di Kering Eyewear dalla sua nascita a oggi).

(red.)

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