Il maestro e il rispetto

La scomparsa di Ennio Morricone lascia l’ottica con un altro lutto da affrontare nel 2020. La sua presenza al concerto nel Duomo di Milano per celebrare i 50 anni di Mido non sarà più possibile. Le Infinite Visioni che aveva composto per l’occasione saranno il suo regalo per il nostro futuro post Covid

Si può ricordare una persona solo per un sorriso? Se si chiama Ennio Morricone sì. Perché in quel sorriso stanno tutti i ricordi scanditi dalla sua musica. Quel sorriso Morricone me lo dedicò nel 2007 a Venezia, in Piazza San Marco (nella foto, tratta da corrieredelveneto.it). Probabilmente quello fu l’ultimo suo concerto nel salotto della mia città. Mi occupavo della produzione con l’incarico di agevolare il Maestro e la sua orchestra nell’esecuzione dei due concerti in piazza. Da quei concerti sarebbe nato un indimenticabile dvd che fece il giro del mondo.

Il suo manager, il giorno prima del debutto, si avvicinò e mi fece rilevare un particolare. Dietro il palco si faceva notare lo stendardo del Museo Correr, che annunciava la mostra in corso. Per Morricone questo dettaglio era troppo ingombrante e chiedeva di toglierlo. Quella richiesta, all’interno di una giornata di preparazione del palco dove campeggiavano due giganteschi lampadari di Murano montati al momento, era la goccia in un vaso di perfezionismi cui il grande compositore ci aveva abituato. Eravamo tutti incredibilmente stanchi ma felici. Perché in ogni richiesta c’era il senso della ricerca della perfezione, non solo per lui, ma soprattutto per chi avrebbe assistito allo spettacolo. Ricordo che presi il coraggio rimasto e feci la scalinata del Correr d’un fiato. Chiesi di essere subito ricevuto dall’allora direttore dei Musei Civici di Venezia, di cui fa parte il Correr, Giandomenico Romanelli, che mi guardò senza parlare. Il Maestro - dissi - la saluta calorosamente e ha una piccola richiesta da farle. Non pronunciò alcuna parola, solo un rapido cenno della mano a indicarmi l’uscita. “Come è andata?”, mi chiese il manager. “Bene, lo faranno togliere domattina”, risposi. Alle sei del mattino ero già lì nel salotto con le prime luci dell’alba, con il rumore delle saggine degli spazzini e le voci dei gabbiani. Credo di aver pregato per un paio d’ore davanti allo stendardo. Alle 10 lo stendardo fu rimosso. Lo staff di Morricone lo precedette di pochi minuti. Vidi i volti del manager e del figlio, che si occupava della produzione del dvd, soddisfatti. Quando arrivò il Maestro mi presentarono a lui come l’uomo dello stendardo. Seduto davanti al suo pianoforte, si voltò, mi scrutò e mi sorrise.

Solo il rispetto per quell’uomo mi permise di soddisfare una richiesta impossibile e compresi una di quelle cose importanti che custodisco nel mio cuore. Cerca la perfezione, la tua perfezione per donarla agli altri, alla loro vita, alle loro emozioni e ai loro ricordi. Troverai il rispetto, il motivo per cui sei destinato a vivere e a morire. Addio Maestro, non ti dimenticherò, non ti dimenticheremo.

Nicola Di Lernia

Professione