Ha preso il via la campagna “Non distrarti. Il glaucoma può bruciare la tua vista” (nella foto, la locandina) per la settimana mondiale 2022 focalizzata sulla malattia: a richiamare il messaggio, l’immagine di un uovo al tegamino bruciacchiato ai bordi perché lo si è messo sul fuoco, ma ci si è dimenticati di controllarne la cottura, che rappresenta simbolicamente gli effetti della patologia sull’occhio. «Tuorlo e albume rievocano facilmente pupilla e iride e le bruciature che appaiono sui bordi dell’uovo, quando cuoce a temperatura troppo alta e troppo a lungo, evocano invece la progressione del glaucoma, che “brucia” gradualmente la vista periferica senza che la persona se ne accorga», spiega in una nota della onlus lo chef Alessandro Circiello, che ha prestato il proprio volto al video per la campagna il cui claim, “Non distrarti. Il glaucoma può bruciare la tua vista” sottolinea come in entrambi i casi ciò accada perché ci si è dimenticati di controllare o per sottovalutazione.
Questa patologia è infatti la seconda causa di cecità al mondo. «Almeno un milione e 200 mila persone in Italia sono a rischio glaucoma ma solo la metà lo sa: è una malattia che fa perdere la vista ma può essere curata, nella maggior parte dei casi, con un semplice collirio - ricorda nel comunicato Mario Barbuto, presidente della sezione italiana dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità - Per questo è essenziale farsi visitare regolarmente da un medico oculista per diagnosticarla tempestivamente».
Da Aosta a Enna, da Cremona a Pesaro sono dunque circa 90 gli appuntamenti nelle piazze organizzati da Iapb assieme alla Unione italiana ciechi e ipovedenti, il cui elenco si trova sul sito dedicato settimanaglaucoma.it. Prenderanno la forma di incontri di sensibilizzazione tra la cittadinanza e i medici, interviste radio e tv e distribuzione di opuscoli, oltre che di controlli gratuiti della vista. «Per non distrarsi, per non sottovalutare il glaucoma, l’informazione diventa elemento cardine per difendersi dalla malattia - conclude Barbuto - La prevenzione dipende dalle scelte attive dei singoli. E le scelte dipendono dalla loro consapevolezza. La visita oculistica ogni anno dopo i sessant’anni, e ogni due tra i 40 e i 60, si conferma la principale forma di prevenzione».
(red.)