Il 20 febbraio è scomparso il professionista lombardo, che per oltre quarant’anni ha lavorato sulle lac corneali specialistiche insieme ad Adriano Parini
«Dov’è Carlo? Dov’è Adriano? Il nostro è stato un binomio talmente indissolubile che quelle poche volte in cui i colleghi ci vedevano da soli, ci facevano questa domanda». È molto scosso Parini nel descrivere a b2eyes TODAY la figura di colui che è stato un collega, un amico e un fratello.
Carlo Grechi (nella foto) nasce a Romanengo, in provincia di Cremona, nel 1956. Lì vivrà sempre, con la costante vicinanza delle tre sorelle. Nel 1975 si diploma perito ottico al Galilei di Milano e due anni più tardi ottiene anche l’abilitazione in ottica. Nel 1976 inizia l’attività nel mondo della contattologia, che allora in Italia era quasi esclusivamente basata sulle lenti rigide, prima nei laboratori Kolef e poi alla Soleko, entrambe nel capoluogo lombardo, dove, nel 1989, insieme a Parini avvia Italcontact, studio di applicazioni di lenti a contatto corneali, operativo sino alla fine del 2020. «Dopo aver frequentato la stessa scuola, ci siamo ritrovati in Kolef: qui Carlo era entrato due mesi prima di me e insieme abbiamo iniziato il nostro lungo percorso nell’allora pionieristico mondo della contattologia specialistica, che per noi era una novità pressoché assoluta e dei cui segreti siamo rimasti affascinati a tal punto da farne una ragione di lavoro e di vita – ricorda ancora Parini – Per Carlo in particolare era la più grande passione, insieme a quella per il calcio e per la sua squadra del cuore, la Juventus. Mai sopra le righe come persona, dal carattere mite, si è dimostrato un applicatore attento e meticoloso, sempre disponibile a soddisfare le esigenze visive della persona che si affidava a lui ».
Grechi ha lavorato sino alla fine del novembre scorso, quando gli fu diagnosticata una malattia che in meno di tre mesi lo ha portato via. «Già a giugno 2020 avevamo comunque concordato di chiudere la nostra attività alla fine dell’anno: l’idea era stata sua, come se sentisse che qualcosa di brutto sarebbe successo», dice con amarezza Parini.
A.M.