Gina Sorbara e quei cento libri donati all’Algeria

La comunità optometrica internazionale piange la scomparsa, avvenuta il 10 febbraio scorso, di una professionista molto apprezzata sia come ricercatrice sia come persona

Luigina Sorbara, da tutti conosciuta come Gina, figlia di due italiani emigrati in Canada, se n’è andata dopo un anno di lotta contro il cancro. «Amore, lealtà, disponibilità, generosità, etica, determinazione e istinto materno erano innati in lei, sempre pronta a rinunciare a qualsiasi cosa stesse facendo se qualcuno le chiedeva aiuto. E la forza e determinazione trasmessele dalla madre, rimasta vedova da giovane, Gina le ha trasferite nel suo ruolo di docente ordinario presso l'Università di Waterloo, in Canada». Così la ricorda a b2eyes TODAY Daddi Fadel, che ripensa a quando Sorbara incoraggiava con determinazione tutti i suoi studenti a completare le tesi di dottorato o di master nei tempi previsti, senza mai smettere di studiare. «La consideravano una seconda madre, si sedeva con loro e li sosteneva verso il completamento dei loro lavori - aggiunge - La sua sensibilità si rivolgeva a tutti gli studenti, anche quelli che non aveva mai conosciuto: aveva donato, infatti, più di cento libri della sua biblioteca a una scuola di optometria in Algeria».

Sorbara, inoltre, ha pubblicato oltre cento articoli scientifici durante i suoi quarant’anni di attività, che l’hanno portata a diventare un’apprezzata relatrice nei principali eventi optometrici mondiali. «Gina è intervenuta anche al primo International Summit of Specialty Contacts Lense del novembre 2019 a Roma, presidente del comitato per la premiazione dei poster e rappresentante di Iacle per i 40 anni dell’associazione - prosegue Fadel - Durante la cena di gala Mindy Toabe e io le abbiamo consegnato un excellence award per il suo contributo alla contattologia: oggi non è possibile applicare una lente corneale o fare dei calcoli di progettazione di lenti a contatto senza far riferimento ai suoi studi clinici. Era diventata anche parte del comitato scientifico e organizzativo del Summit: un enorme privilegio e onore, non sarà facile organizzare il prossimo congresso senza i suoi consigli e la sua presenza».

Colleghi e studenti dell’Università di Waterloo le hanno rivolto un appassionato ricordo sul sito dell’ateneo canadese, dove dirigeva l’attività di formazione clinica sulle lenti a contatto dal lontano 1984. «La vita di Gina era piena di forza e convinzione: sapeva come viverla e non si è mai fermata - conclude Fadel - Un modo per renderle onore è cercare di vivere come ha fatto lei» (nella foto, da sinistra, Sorbara e Fadel, durante l'evento di Roma del novembre 2019).

(red.)

 

 

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