La kermesse milanese, svoltasi in contemporanea con il Salone del Mobile a Fieramilano Rho il quale, «inaugurato in un contesto di forte turbolenza dei mercati, ha raggiunto quota 302.548 presenze, il 68% delle quali dall’estero», dichiarano in una nota gli organizzatori, ha richiamato nel capoluogo lombardo la consueta folla di addetti ai lavori, appassionati e semplici curiosi. L’edizione 2025 del Fuorisalone, con 1.066 eventi nella guida ufficiale, si è confermata così un appuntamento di riferimento a livello internazionale per il mondo del design e, secondo le stime di Confcommercio, ha generato un indotto al momento stimato in 278 milioni di euro. Tra una miriade di appuntamenti, installazioni immersive e percorsi a tema, designer e aziende hanno abbracciato il tema di quest’anno, “Mondi Connessi”, nei sempre più numerosi distretti della città coinvolti. Si può dire, infatti, che il Fuorisalone abbia davvero coinvolto tutta Milano e i più o meno nuovi quartieri da NoLo (nord Loreto, ovvero l’area a nord dell’omonimo piazzale) a SouPra (south of Prada, la zona sud est del capoluogo lombardo tra corso Lodi, viale Ortles e via Ripamonti che sorge attorno alla Fondazione Prada).
Tra i distretti clou, c’è stata qualche variazione. La zona Tortona, la più frequentata, perché tutto è iniziato al Superstudio Più, sembra aver avuto meno visitatori a vantaggio di Brera. Il mondo dell’eyewear, sempre attento al design, pare non aver seguito l’andamento generale. Tutto è dipeso dai singoli ottici. Due tra le vetrine più dedicate al design sono per esempio in corso di Porta Romana, mai stato al centro dell’attenzione del Fuorisalone. Ecco all’inizio Ottica Velasca, che nella piccola vetrina ha inserito due “celebrità” del design, una Vespa 50 del 1967 (nella foto sotto, a sinistra), rossa come le montature degli occhiali esposti e come la lampada Nessino di Artemide, icona degli anni 60.
La stessa lampada si ritrova a qualche centinaio di metri in una delle vetrine della storica Ottica Chierichetti (nella foto sopra, a destra). Affiancata da eyewear come Kuboraum, Oscar Mamooi o gli occhiali di Aether che permettono di ascoltare musica e telefonare. Un legame, quello con Artemide, che dura da una vita, dicono in negozio. Nella vetrina accanto, un altro pezzo forte, il porta riviste Kartell, di cui negli uffici ci sono vari pezzi di arredamento, e il magazine edito dal brand belga di eyewear di ricerca Theo. Guarda agli anni 50, gli anni dei suoi esordi, Ottica Marchesi nata nel 1959, in via Solferino. Nelle piccole vetrine i modelli, tutti lavorati da artigiani, poggiano su un mobile-giradischi in legno e su micro tavolini “porta niente” tipici di quegli anni. Creati per l’occasione, gli ampi occhiali in acetato color miele. Il negozio a insegna Bergomi in zona, così come quello in corso Venezia, non ha previsto vetrine particolari. Solo Bergomi in corso Genova ha dedicato una vetrina ai Ray-Ban Balorama dal design avvolgente. Come del resto ha fatto il Ray-Ban store in piazza San Babila, in una vetrina. Nell’altra, ha creato una parete nera con riquadri in cui sono inserite teste argentate, maschili e femminili, che indossano svariati modelli di occhiali. Tutta diversa, lì accanto, la scenografia di Salmoiraghi & Viganò, per la collezione di Giorgio Armani. Da una parte i modelli sono posati su vecchie valigie sovrapposte in un carrello stile Grand Hotel. Dall’altra sono davanti a una piccola, strana, vecchia casetta. Accanto al frequentatissimo Palazzo Litta, con le meraviglie di Mosca Partners Variations, ecco Ottica Dalpasso, nata nel 1950 a Reggio Emila, con negozi a Bologna, Modena, Parma e, appunto, Milano. Sulla vetrata, una scritta che dice tutto: “Italian style never goes out of style”, ossia lo stile italiano non passa mai di moda (nella foto principale). Ribadita dalle collezioni esposte in vetrina: Bottega Veneta, Fendi, Gucci, Prada. Fuori dal coro, ma non per questo meno visitata, Ottica Ponti, sempre interessata al design, ha proposto gli occhiali minimalisti del brand tedesco Weareannu. Leggerissimi, in materiali innovativi, sono giocati sugli incastri e senza viti. Fuori dal canale ottico, De Wan in via Manzoni ha proposto due nuove borse in varie tinte di tendenza, ognuna con occhiali abbinati.