Quando arrivai nel 1990 in Ciba Vision, l’azienda che inglobò in un colpo solo Galileo, Titmus ed Eurokon, conobbi contattologi di grande esperienza e prestigio. Uno di questi era Francesco Chinellato (nella foto, a destra, con il figlio Matteo). Francesco arrivava dall’esperienza Galileo, a fianco di alcuni dei migliori applicatori italiani. Allora le lenti a contatto erano prevalentemente tornite o speciali. In Ciba Vision risultavano impiegati più di cento addetti alla produzione. Per la consegna delle lenti speciali si aspettava, a partire dall’ordine del retail, dei giorni se non delle settimane. Quando un centro ottico trattava le lac era perché al proprio interno viveva un contattologo, qualcuno che sapeva scegliere e applicare: l’ottico specializzato appunto in contattologia.
Oggi pochi nel settore sanno dell’esistenza di questa figura degli anni 90. Le lenti stampate e monouso hanno permesso la distribuzione su larga scala. Ricordo che Francesco, nello studio in Ciba Vision, un giorno ne applicò un paio di speciali a un ragazzino campione di motocross. Il padre alcuni giorni dopo, nel ringraziarlo, gli disse che il figlio aveva smesso di portarle perché ci vedeva così bene che aveva iniziato ad aver paura delle acrobazie che invece praticava quando ci vedeva peggio. Questa era la contattologia degli anni 90, questi i contattologi: tecnici eccezionali. Francesco gestiva i casi impossibili, quelli appena usciti da operazioni complesse agli occhi, in collaborazione con la neonata Banca degli Occhi del Veneto dell'oftalmologo visionario Giovanni Rama. Sempre con il sorriso, con la leggerezza di chi conosceva bene il mestiere e la delicatezza del proprio operato.
Successivamente ha creato, insieme al collega Mirco Carraro, un centro di eccellenza per le lac, prima a Mestre e poi nella piccola e graziosa città di Mirano, a pochi minuti da Venezia: lo ha seguito sino alla fine, negli ultimi anni di attività con il figlio Matteo. Francesco era uno di quelli che han fatto la differenza quando le persone avevano bisogno delle lenti a contatto per continuare a vedere e a vivere, non solo a vederci meglio.
Nicola Di Lernia