Enrico Pirotta: se n’è andato un infaticabile costruttore della professione optometrica

Docente del Leonardo da Vinci di Bergamo, molto attivo nella territoriale orobica di Federottica e tra i primi promotori del progetto Bimbovisione, è mancato oggi all’età di 65 anni: un professionista completo, di spessore e una persona con un elevato indice di umanità, così lo ricorda il collega Silvio Maffioletti, che con lui ha condiviso anche una lunga e solida amicizia, ripercorrendone il percorso formativo e lavorativo

La sua strada per diventare ottico e optometrista parte da lontano. Enrico Pirotta (nella foto, a sinistra, con Maffioletti durante la visita di un gruppo di ottici italiani presso il centro di produzione di CooperVision a Southampton nel 2006), classe 1955, diplomato all’Itis di Bergamo come perito elettrotecnico, nella seconda metà degli anni 70 è un giovane operaio metalmeccanico che lavora in una fabbrica bergamasca. Essere in produzione gli piace, ambisce però a un’attività che conceda più iniziativa e responsabilità e che sia connotata professionalmente: sceglie di intraprendere gli studi di ottica e nel 1982 si iscrive a un corso residenziale all’Irsoo di Vinci, riservato a chi sia in possesso di un diploma di scuola media superiore: qui si trasferisce per un anno, conseguendo l’abilitazione.

Nel novembre del 1983 si apre un nuovo capitolo della sua vita: Enrico avvia un centro ottico di proprietà a Cologno al Serio, in provincia di Bergamo. Due anni dopo, mosso dalla passione per il proprio lavoro e dalla volontà di perfezionarsi e crescere continuamente, si iscrive al triennio regionale dell'Istituto Superiore di Scienze Optometriche di Milano, conseguendo la qualifica di optometrista nel 1988. Frequentando l'Isso milanese, Pirotta ha modo di conoscere Federottica e il suo storico presidente Giuseppe Ricco, che lì insegna Deontologia Professionale. Negli anni successivi comincia a partecipare con impegno alle iniziative di Federottica Bergamo, come membro del consiglio direttivo e vicepresidente: una delle priorità che persegue è elevare qualitativamente e quantitativamente l'aggiornamento professionale dei colleghi.

Nel proprio centro ottico Pirotta cura personalmente i vari aspetti connessi alla professione. È molto preparato e continuamente si perfeziona con corsi e seminari che segue in ogni angolo d’Italia accedendo alle conoscenze e poi rielaborandole con uno spirito concreto e fattivo. Diviene così, anno dopo anno, un professionista di prima fascia. Ciò non lo rende altero e distaccato. Pirotta effettua invece la scelta, meditata e consapevole, di essere professionalmente trasparente con i colleghi e con gli utenti: ricerca un contatto diretto e non formale con le persone, evita (tra i primi in Italia) di portare il camice per mettere gli utenti a proprio agio in un ambiente accogliente e familiare, si comporta con esemplare correttezza nei confronti dei propri doveri di cittadino e di imprenditore, definisce uno stile personale e inimitabile che diviene, nel tempo, la sua essenza comunicativa.

Nei primi anni Duemila Enrico entra stabilmente nel corpo docente di ottica del Centro Studi Leonardo da Vinci di Bergamo, dove può esprimere la propria competenza e conquista la stima e l’affetto dei suoi studenti. È tra i primi promotori e sostenitori del Progetto Bimbovisione di Federottica, partecipa in prima fila alle varie iniziative sindacali e professionali dell’associazione, si impegna per un adeguato riconoscimento legislativo e sociale dell'ottica e dell’optometria incarnate da centri ottici indipendenti che siano fortemente legati al proprio territorio e che sappiano coniugare un approccio imprenditoriale pragmatico e una professionalità ad ampio spettro, che non abbia come obiettivo soltanto il raggiungimento dei dieci decimi: veder bene significa molto di più.

All’inizio dell’anno in corso Enrico incontra la malattia e poi, in rapida sequenza, il ricovero, la diagnosi, le speranze, le difficoltà legate alla pandemia, le cure, il peggioramento, il rientro a casa e la precoce dipartita. Ci lascia un professionista completo, tra i più appassionati e preparati, con unanime rimpianto. Si congeda un collega di spessore e una persona con un elevato indice di umanità. La sua lunga e solida amicizia rimarrà per me una gioia e un onore: buon viaggio Enrico, che la terra ti sia lieve.

Silvio Maffioletti

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