«Vantiamo già uno storico di circa 50 bambini ai quali abbiamo applicato le MiyoSmart di Hoya: si tratta di un numero abbastanza importante e i risultati sono sostanzialmente in linea con gli studi scientifici e i relativi esiti positivi presentati dall’azienda, con riscontri ancora migliori per quanto riguarda l’abbinamento con l’atropina – dice a b2eyes TODAY Daniela Santona, titolare insieme al fratello Massimo di cinque centri ottici con l’insegna di famiglia tra Oristano e provincia, avviata oltre 65 anni fa dal padre Adriano – Fondamentale per una corretta valutazione optometrica del giovane soggetto miope è il biometro messo da disposizione da Hoya, che si rivela essenziale per identificare il livello di miopia e per i successivi follow up, misurando la lunghezza del bulbo oculare: è uno dei parametri per capire se il bambino sia a rischio o meno di progressione miopica, utile anche all’oculista per l’eventuale prescrizione di una lente finalizzata a rallentare l’evoluzione del difetto visivo. Il nostro lavoro nella gestione di questa tipologia di utenti è molto importante, purché fatto sempre in collaborazione con l’oftalmologo e seguendo un preciso protocollo».
Alla luce della sua esperienza professionale, Santona consiglia le MiyoSmart ai colleghi. «Si tratta di lenti innovative che necessitano di una serie di parametri da controllare costantemente a livello di refrazione, con particolare attenzione alla centratura e alla montatura che le deve sostenere: il prezzo non rappresenta una barriera, perché i genitori sono generalmente disposti a spendere per un prodotto di valore che possa risolvere un problema visivo delicato per i propri figli come la progressione della miopia – aggiunge Santona – Inoltre l’azienda ha attivato sia un articolato programma di formazione, oltre il quale tuttavia deve esserci prima di tutto la professionalità dell’ottico optometrista, sia una strategia commerciale per agevolare l’acquirente: se il bambino le rovina o se la miopia peggiora, il costo dell’acquisto successivo è ribassato. Senza dimenticare che noi le vendiamo a pacchetto: all’interno non c’è solo la lente, ma anche la consulenza e i vari follow up. Non si tratta infatti di un semplice prodotto, ma di un vero e proprio trattamento, prolungato nel tempo».
La professionista sarda ricorda, infine, che un ulteriore valore aggiunto di questa specializzazione sta nel maggiore traffico in store e nella fidelizzazione. «Di solito, infatti, si sviluppa un passaparola sia tra i bambini trattati con MiyoSmart e le rispettive famiglie sia all’interno della famiglia stessa che l’ha acquistata, portando poi nel centro ottico altri membri della medesima unità familiare», sottolinea Santona.
Sono circa 60 le applicazioni con MiyoSmart effettuate a sua volta da Flavia Deriu, ottica optometrista e ortottista, che lavora in una struttura di Bosa, in provincia di Oristano, in cui sono ben definiti spazi e competenze: da un lato lo studio di contattologia e di riabilitazione visiva insieme a una oculista, Ester Puglia, attiva anche all’Ospedale Brotzu di Cagliari, e dall’altro il centro ottico per la parte commerciale. «All’interno di questo numero di soggetti abbiamo effettuato dei controlli ogni sei mesi su 32 di loro, dai 6 ai 12 anni, nel lasso temporale di un biennio, con un monitoraggio oculistico costante: nel 59% dei casi non abbiamo dovuto modificare la gradazione, che o è rimasta stabile o è peggiorata di appena 0,25 D, mentre in qualche caso è addirittura migliorata di 0,25 D», afferma al nostro quotidiano Deriu, seconda generazione di una famiglia attiva dal 1960 nell’ottica, alla quale ha aggiunto gli studi di ortottica, «che mi consentono, ad esempio, di valutare e trattare i vari stati accomodativi e le abilità visive», dice la professionista di Bosa.
Sicuramente si tratta di un investimento per le famiglie interessate, ma «quando si spiega ai genitori che siamo di fronte a un trattamento, ne capiscono il valore. È un po’ come quando si va dal dentista per mettere l’apparecchio: una soluzione come MiyoSmart può contribuire a ridurre il rischio di alte miopie, che sul lungo termine potrebbero determinare problemi retinici», precisa Deriu, secondo la quale l’importante è informare con cura i genitori, ricordando loro che anche la versione fotocromatica ha una grande rilevanza, quando i piccoli vivono e giocano all’aria aperta o come secondo paio di occhiali. «Altrettanto importante è il dialogo con la classe medica, che nella nostra zona risulta ben informata, grazie anche all’attività che sta facendo Hoya: molti oculisti hanno già consigliato e prescritto questo tipo di lenti e ciò aiuta molto le famiglie nel fare tale tipo di scelta», conclude Deriu (nella foto, i relatori al convegno interdisciplinare sulla gestione miopica, tenutosi a Cagliari alla fine di maggio: Flavia Deriu e Daniela Santona, da sinistra, tra gli oculisti Alberto Cuccu, Giuseppe Giannaccare, Paolo Nucci, il responsabile relazioni con la classe medica di Hoya Italia, Silvano Larcher, e l’oftalmologo Massimo D’Atri).
A.M.