Lo hanno sottolineato più volte martedì a Milano, nella conferenza stampa di inaugurazione della nuova sede, Claudio Marenzi e Cirillo Marcolin, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’organismo nato lo scorso anno, che rappresenta le maggiori associazioni delle industrie di abbigliamento e accessori
Legale, sindacale e centro studi: sono le tre aree in cui è già operativa la sinergia tra, Aimpes (pelletteria), Aip (pellicceria), Anfao (occhialeria), Assocalzatufici (calzaturiero), Federorafi (oreficeria e gioielli), Smi (tessile e abbigliamento) e Unic (conceria), nella suggestiva sede di via Alberto Riva Villasanta, di fronte alla Rai di corso Sempione, all’interno del palazzo di Nicky Chini risalente agli anni 40, frutto di una tanto rapida quanto efficiente ristrutturazione, che ne fa ora un quartier generale di primissimo livello. Al punto da aver spinto il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia, a partecipare al taglio del nastro insieme ai numeri uno di tutte le associazioni coinvolte (nella foto). «L’area legale prevede, ad esempio, le attività unificate per quanto riguarda la lotta alla contraffazione e la difesa della proprietà intellettuale – ha ricordato Marenzi – A sua volta l’area sindacale mantiene l’autonomia delle singole associazioni nella gestione dei contratti di categoria, ma propone un unico ufficio referente. Infine il centro studi vuole diventare la fonte unica e comune dei dati relativi all’andamento economico dei comparti coinvolti».
Ma la sinergia non finirà qui. «Guardiamo all’Europa, con l’obiettivo di creare una lobby a livello comunitario, e puntiamo a valorizzare ulteriormente l’attività di internazionalizzazione», ha detto ancora Marenzi, precisando che invece le singole fiere di proprietà delle varie associazioni rimarranno autonome. «Ecco perché la socializzazione è importante», ha affermato il presidente di Confindustria Moda, il quale auspica che il prossimo governo, qualunque esso sia, continui sulla linea degli ultimi quattro anni, con riferimento soprattutto al Piano Industria 4.0 e a quanto fatto sull’export. «La moda rappresenta il 50% della bilancia commerciale positiva italiana, 27 miliardi di euro su 52 complessivi – ha dichiarato Marenzi – Il Tavolo della moda di Carlo Calenda? È qui: questo è, di fatto, il suo risultato».
A.M.