Cara Optometria, non mi riconosco più

Meno ore dedicate all’apprendimento, un sapere più diversificato e a disposizione in formati di rapida consultazione, boom della digitalizzazione in sala refrazione: lo studio di questa disciplina è profondamente cambiato rispetto al passato e alcuni potrebbero non condividerne più metodo e pratica. Un po’ come Cesare Prandelli, che per motivazioni simili ha deciso addirittura di lasciare il mondo del calcio

“Sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne. Probabilmente questo mondo, di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più. Sicuramente sarò cambiato io e il mondo va più veloce di quanto pensassi. Per questo credo che adesso sia arrivato il momento di non farmi più trascinare da questa velocità e di fermarmi per ritrovare chi veramente sono”.

Così termina la lettera che Cesare Prandelli ha consegnato alla proprietà della Fiorentina un paio di settimane fa e che è apparsa sui quotidiani. Una missiva malinconicamente sincera, dolorosamente amara: centrocampista nell’Atalanta e nella Juventus, alla guida anche della Nazionale e fino a poche settimane fa allenatore della squadra gigliata, Prandelli ha reso pubblico tutto il proprio disagio.

Il parallelo può sembrare irriverente ma quanti, con me, hanno (con)vissuto con il mondo dell’ottica da molti anni, dalle scuole alla professione globalmente intesa, possono credere che sia arrivato il tempo di un onesto sguardo retrospettivo. Il rischio di annegare nelle ovvietà e/o nella retorica è concreto: del passato, personale o collettivo, riemergono solo i ricordi piacevoli, ma è anche vero che i primi corsi di Optometria degli anni 80 erano di circa 1.500 ore e ora hanno generalmente una durata di circa la metà a fronte, peraltro, di un’offerta d’indirizzo professionale ampiamente diversificata. Inoltre una frazione sempre maggiore di studenti, cui viene proposto e richiesto un sapere più contenuto, cresce nella convinzione che avere un compagno di viaggio informatico sempre disponibile e un’automazione infallibile cui chiedere esami e risposte consenta loro di non porsi la necessità di conoscere né l’identità storica del loro passato né l’attinenza professionale del loro futuro. Ma Wikipedia ha nel suo etimo il suo limite: l’imprenditore americano Jimmy Wales, cofondatore dell’Enciclopedia Libera, nel 2001 propose la contrazione Wiki (lemma hawaiano che indica rapido) con Pedia (dal greco paideia, educazione) intendendo così una risposta immediata ma epidermica. E le seducenti multitasking machine in sala refrazione sono arcane sirene che chiedono solo religiosa dipendenza.

E all’optometrista cosa rimane? Cosa gli viene chiesto? Cosa deve saper fare e/o saper essere? Quale il ruolo della scuola di formazione? Io sono tra coloro che ancora credono a una granitica istruzione di base che richiede una coriacea applicazione e risoluto impegno allo studio, unica via per la futura indipendenza professionale. La lettera aperta di Prandelli mi è sempre più simile.

Sergio Cappa

Professione