Bergamo, i successi di oggi affondano nelle dolorose radici di ieri

La terapia intensiva dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, dopo 137 giorni di febbrile impegno, da giovedì 9 luglio è Covid-free. Ad Alzano non risultano positivi ai nuovi tamponi. Persino l’Atalanta ha battuto il record di vittorie e scala la classifica del campionato post lockdown

Nell’emergenza procurata dalla pandemia c’è stato un ieri di angoscia, paura e lutti per Bergamo e la sua provincia. Che però non ha mai mollato. Ieri il Papa Giovanni XXIII, dove dal 23 febbraio sono state curate in terapia intensiva 2.300 persone per Covid-19, non ha pazienti ricoverati per coronavirus: l’importante miglioramento della situazione è stato celebrato con la presenza in reparto di dirigenti, medici, infermieri e personale ausiliario che hanno ricordato, con un minuto di silenzio, i 420 pazienti che in questi mesi non ce l’hanno fatta (nella foto). Un vero tsunami, che nella seconda metà di marzo ha toccato punte di 450 persone contemporaneamente ricoverate con l’ossigeno e oltre 100 pazienti intubati. La notizia va di pari passo con i risultati dei nuovi tamponi effettuati ad Alzano, la località della Val Seriana epicentro della diffusione del Covid-19 in provincia: nessuno è risultato positivo tra i quasi tremila cittadini testati nella prima settimana di luglio.

«Uscire dalla fase difficile non è motivo di euforia, ma di responsabilità: essere attenti e attrezzarsi per evitare di farsi trovare impreparati davanti a un’eventuale nuova ondata di contagi da Covid-19, in un futuro più o meno prossimo - commenta a b2eyes TODAY Silvio Maffioletti, che si è impegnato, insieme ai colleghi ottici di Bergamo e provincia, per affrontare la difficile situazione anche a livello professionale - Le immagini dei giorni più tristi sono quelle relative alle sirene delle ambulanze, degli ospedali ribaltati in poche ore per fronteggiare la pandemia, dei mezzi militari che trasportavano le salme, delle strade vuote e del “nessuno incontri nessuno”, che amaramente stridevano con le domeniche sulla neve, i turisti sempre più numerosi a Bergamo Alta, la squillante vittoria dell’Atalanta con il Valencia e una diffusa fiducia per una ripresa immediata dell’economia. Poi è arrivato il tempo della paura, della sospensione dell’attività ordinaria dei centri ottici, della resilienza, dell’urlo di Michela Moioli dopo il successo in Coppa del Mondo di snowboard che simboleggia lo spirito indomito della nostra gente, del motto “mola mia” che passa di persona in persona come un abbraccio e un sostegno, del brano di Roby Facchinetti che accompagna le giornate più difficili, del coraggio e della dedizione di infermieri, medici, operatori sanitari, sacerdoti, volontari e della perdita delle persone care».

Ora, finalmente, è arrivato il momento della speranza. Alle notizie del Papa Giovanni XXII e di Alzano si aggiungono la riapertura dei centri estivi, la ripresa incoraggiante dell’attività nei centri ottici, una rinnovata coesione del corpo sociale del territorio, ben espressa dalle parole dell’allenatore di un’Atalanta sempre più sorprendente e combattiva. “Quello che è accaduto ha compattato le persone del nostro territorio. È una tragedia immane, che spinge tutti noi a reagire e a rappresentare, con il nostro impegno, anche la rinascita della città. Questa forza ce la portiamo dentro”, ha detto Gianpiero Gasperini (nella foto, il minuto di raccoglimento prima di Atalanta-Sassuolo del 21 giugno, in memoria delle vittime del coronavirus, sulle note della canzone di Facchinetti).

(red.)

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