Aimo: perché tecnologia, social e nuove professioni favoriscono l’abusivismo

Negli ultimi mesi l’organismo che rappresenta un migliaio di oculisti italiani, nato nove anni fa, ha evidenziato in più occasioni il problema. Lo ha fatto con un’intervista video in occasione del suo decimo Congresso nazionale, ai primi di ottobre a Roma, ricordando che con il contributo delle rappresentanze degli oftalmologi di altri cinque paesi è in procinto di nascere una società dedicata, tra le varie finalità, a contrastare gli atti abusivi in ambito sanitario. A inizio novembre, inoltre, una tavola rotonda, all’interno di un evento interdisciplinare a Francavilla al Mare, nei pressi di Pescara, ha dato vita a un dibattito sul tema, anche con toni accesi, tra area medica e area ottico optometrica

Perché Aimo negli ultimi mesi ha deciso di spingere l’acceleratore, con una serie di iniziative e interventi pubblici, sulla lotta contro l’abusivismo professionale? «Perché la situazione sta peggiorando molto, specialmente con la diffusione della moderna tecnologia e dei social, che facilitano la diffusione di messaggi fuorvianti per la popolazione, e per l'emergere di nuove figure professionali con lauree triennali che possono generare confusione - afferma a b2eyes TODAY Luca Menabuoni, presidente di Aimo - Negli ultimi anni abbiamo assistito a un sempre crescente intento da parte di non medici di svolgere attività al di fuori delle loro competenze: ciò costituisce un pericolo per la salute dei pazienti ed è oggetto quotidiano di segnalazione da parte dei nostri associati. Per questo torniamo a chiedere al ministero della Salute di convocare i rappresentanti delle associazioni degli oculisti ogni qualvolta vengano prese decisioni inerenti tematiche correlate al mondo della visione, soprattutto se l’ambito di discussione riguarda le competenze delle varie professioni».
Da un paio d’anni Aimo pare aver intrapreso un percorso di contrapposizione agli ottici e optometristi, benché in precedenza avesse lanciato segnali di collaborazione, in particolare a Federottica: cosa è cambiato nello scenario professionale italiano? «Non c'è nessuna contrapposizione, chiediamo solo che ognuno resti nelle proprie competenze professionali e che le associazioni vigilino sul rispetto della legge da parte dei loro associati», spiega al nostro quotidiano Alessandra Balestrazzi, referente dei rapporti con la stampa e le istituzioni di Aimo, che interviene anche sul ruolo che possono giocare i produttori di strumenti diagnostici per studi oculistici e centri ottici nel contrasto all’abusivismo professionale. «Dovrebbe essere chiaramente indicato che tale strumentazione debba essere utilizzata soltanto da personale sanitario abilitato - sottolinea Balestrazzi - La strumentazione diagnostica che esula dalle competenze dei non medici non dovrebbe essere venduta a titolari di centri ottici e quindi non dovrebbe essere presente nei negozi: questo è stato già fatto presente in passato da Aimo alla Direzione Generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del ministero della Salute» (nella foto, da sinistra, Menabuoni e Balestrazzi).
A.M.

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