Velati: gli ottici seri coniugano gestione e soluzione del problema visivo

Ecco la nuova lettera di Giulio Velati (nella foto) indirizzata a Matteo Piovella. «Egregio Presidente, ho fatto tesoro del Suo invito a rivedere il filmato proprio per evitare che, inconsapevolmente, e forse “in preda all’emozione”, possa essermi abbandonato a valutazioni frettolose e non rispondenti alla realtà.
Ebbene, questa rivisitazione mi ha ancora più convinto che il commento alla trasmissione espresso nella mia Lettera non contenga nessun addebito nei Suoi confronti inteso come “ispiratore” della stessa. Cosa che sarebbe stato da parte mia solo uno sciocco esercizio di fantapolitica. Atteggiamento questo che non mi appartiene.
Pensavo fosse evidente che le mie considerazioni riguardassero solo alcune Sue affermazioni che continuo a ritenere, dal modo con cui sono state esposte, non essere rispondenti alla realtà e su cui preferisco non continuare a disquisire, anche perché significherebbe voler alimentare una sterile polemica e nella convinzione che chi ha avuto modo di seguire questa vicenda sia perfettamente in grado di valutarle da solo.
Pur essendo tentato di rispondere a tutti gli argomenti contenuti nella Sua lettera (che richiederebbero in questo contesto, troppo tempo – pur rendendomi disponibile a trattarli, se lo vorrà, in un’altra occasione) voglio solo brevemente ricordarLe che la professione sanitaria ottica e optometrica, così come strutturata in tutto il mondo, prevede sempre anche la gestione di una sua componente commerciale. Aggiungo che ciò non costituisce assolutamente motivo di vergogna o imbarazzo né da parte mia e tantomeno da parte di tutti quei seri professionisti che sanno ben coniugare, nella gestione di un problema visivo - a seguito di una corretta individuazione dello stesso - anche la sua più adatta soluzione. Ciò per rendersi garanti, nei confronti dell’ametrope, dell’onere del risultato che essi assumono in prima persona. Conseguentemente l’aderire da parte di Federottica ad altre realtà associative per ottenere una completezza nella tutela della componente economica della professione ritengo essere una cosa assolutamente normale. Ma questo, mi consenta, avrebbe meritato una maggior attenzione nella Sua esposizione.
Concludo pregandola di risparmiare il solito argomento riguardante la volontà di Federottica di lavorare per voler far assurgere migliaia di ottici allo “status” di laureati senza la necessaria formazione, perché penso che non ci creda più nessuno.
Le ricordo che Federottica non ha mai detto o cercato di porre in essere una simile ipotesi per due semplici motivi: il primo perché la cosa è materialmente impossibile, il secondo perché è sempre stato evidente, nelle innumerevoli occasioni pubbliche e nelle sedi istituzionali, la sua posizione che, anche unita ad altre realtà associative, ha sempre sostenuto l’assoluta necessità, qualora si addivenisse all’auspicabile regolamentazione della figura sanitaria di ottico optometrista, che la conseguente gestione del pregresso debba avvenire attraverso una valutazione, da parte degli organi preposti, che preveda un’inevitabile e preciso criterio meritocratico. E questo è già un argomento che ci può trovare d’accordo.
Egregio Presidente, pur considerando da parte mia esaurita questa vicenda, la invito nuovamente a una valutazione di opportunità nel considerare in modo sereno e propositivo la possibile soluzione dell’annoso problema che riguarda le nostre due categorie, attraverso un onesto e costruttivo dialogo delle parti».
(red.)

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