Carlo Vannucci (nella foto) non esclude che il servizio sia stato “pilotato” dalla Società Oftalmologica Italiana. «Di certo il suo presidente gli ha dato un’interpretazione un po’ troppo personale». A fronte dei casi professionalmente scorretti evidenziati dall’inchiesta, nella lettera alle Iene Vannucci ricorda che «migliaia di approntamenti e di prescrizioni vengono realizzate con grande professionalità ogni giorno: sono il frutto del lavoro di professionisti diversi, l’oftalmologo e l’ottico optometrista; quest’ultimo da alcuni anni si forma in importanti Università italiane, con un percorso di alto profilo». Ed è proprio questo percorso che, talvolta, nel personale dei punti vendita delle catene, soprattutto quelli ubicati all’interno dei centri commerciali, viene a mancare. «I target che gli store manager di questi negozi devono raggiungere possono indurli ad agire con superficialità – spiega al nostro portale Vannucci – Non va fatta una distinzione tra professionisti, ma sono convinto che gli ottici indipendenti si sarebbero comportati diversamente, per due motivi: il maggiore controllo da parte del titolare del centro ottico e il più lungo e aggiornato percorso professionale che generalmente seguono».
A.M.