Tafuri e Balestrieri: erano professori, ma soprattutto maestri di vita

«Ugo Tafuri (nella foto, a sinistra) e Raffaello Balestrieri (a destra) sono tra coloro che hanno fortemente voluto e portato nel capoluogo campano il primo corso statale in ottica, istituito presso l’Ipia Gian Lorenzo Bernini nel 1970 dove hanno insegnato fino a circa dieci anni fa. Un passo fondamentale, perché allora era l’unico non solo in città, ma in tutto il sud Italia», ricorda De Luca, insegnante della stessa scuola e, prima ancora, allievo dei due docenti, dai quali dice di aver assorbito la passione, l’amore per la professione e anche per l’insegnamento. «Tafuri era una persona di grande eleganza e stile, con un profondo rispetto per gli altri – prosegue De Luca – Tra i suoi meriti c’è anche quello di aver creduto fortemente nel sindacato, infatti è stato presidente dell’Acoin dal ’76 al ’78 e poi ininterrottamente dal 1980 al 2001: un’altra passione che mi ha trasmesso. Dalla formazione alla professione fino alle battaglie sindacali, si è speso a tutto campo nel nostro settore, contribuendo tra l’altro a dar vita a Optica, la mostra dell’occhialeria che si svolgeva a Napoli». Come un professionista serio e profondo, che ha cresciuto molti giovani sia a livello di scuola sia di associazione, lo ricorda anche Carelli. «Seppure non sia mai stato mio docente, Tafuri è stato per me, e per molti di noi, un mentore – afferma - Una persona di profilo umano altissimo, che ha sempre lottato per elevare la formazione degli ottici e per la crescita della cultura del settore. Sia lui sia Balestrieri andavano ben oltre l’educazione scolastica, ti insegnavano a vivere, il rispetto per le persone. Da loro ho avuto una formazione professionale applicata, ho imparato a tenere in grande considerazione il nostro lavoro, che non è di semplici commercianti, e ho appreso come avere a che fare con il pubblico e con la classe medica».
Una vita spesa quasi interamente nella formazione, sua grandissima passione: anche Balestrieri ha lasciato una traccia indelebile nella memoria dei due professionisti campani, che lo ricordano come «un omone buono dalla cultura immensa», titolare di un centro ottico piccolissimo che formava un singolare contrasto con la sua mole imponente, in cui riusciva a eseguire l’esame della vista, pur non disponendo di spazio sufficiente, grazie a un’ingegnosa riflessione di specchi con cui aveva ottenuto la necessaria distanza di sei metri. «Non esistevano limiti nelle sue lezioni, il suo sapere era così vasto che partendo da un termine qualsiasi andavamo a finire in mondi completamente diversi», ricorda De Luca. «Eppure era una persona semplice – fa eco Carelli – fin troppo umile. Era un uomo molto corretto, professionista serio con un forte senso del dovere e una grande curiosità scientifica, che ha vissuto l’insegnamento non come un punto di arrivo ma come un’altissima responsabilità».
N.T.

Punto vendita