Sulle cause della miopia il dibattito è ancora aperto: c'è chi dice che dipenda da fattori ambientali e chi, invece, da alterazioni genetiche. Come riferisce Repubblica.it, la maggior parte degli studiosi, fino ad ora, ha puntato il dito contro le troppe ore passate davanti a uno schermo: sforzare quasi sempre la visione da vicino, a scuola, al computer, davanti alla televisione, determinerebbe una maggiore tendenza ad andare incontro a questa anomalia. Ma ora una ricerca pubblicata su Nature Genetics dà ragione a chi sostiene che le cause siano genetiche. «Tutto dipende da un'alterazione del RasGRF1, un gene che, proprio perché presente nella retina e nei neuroni, è fondamentale per la messa a fuoco e per il consolidamento della memoria visiva» sostiene il team di studiosi, che ha analizzato le abilità visive di 13.414 persone di origine caucasica, e ha individuato piccole variazioni del gene in associazione a errori di messa a fuoco nella visione. «Questa è una prova biologicamente convincente - dice Terry Young, coordinatore della ricerca - Ora che abbiamo identificato RasGRF1, possiamo studiare un nuovo meccanismo molecolare per prevenire la più comune causa di disabilità visiva». Proprio per arginare la diffusione di questo difetto visivo, che secondo alcune stime, in Italia, interessa un adolescente su quattro, i ricercatori ora sperano di poter capire come il gene interagisca con la crescita dell'occhio. In questo modo, dicono, sarà possibile intervenire in tempo e sviluppare una terapia utile a prevenire e a curare il disturbo. «Non è abbastanza per la fine degli occhiali, ma chiaramente la speranza è che un giorno saremo in grado di bloccare i percorsi di genetica che causano la miopia - ha detto Christopher Hammond del King's College di Londra, uno degli autori dello studio - Sarà una sfida e prima di almeno 10 anni non ci sarà nessun trattamento».
(red.)