«Quindi abbiamo cercato di raccogliere consensi da parte di tutta la filiera dell’ottica, perché formazione vuol dire garanzia per le aziende e i consumatori, che, oltre ad acquistare articoli sanitari, hanno bisogno di essere istruiti e consigliati sui dispositivi visivi più idonei alle esigenze individuali – ha aggiunto Vittoriano Farsetti (nella foto) - L’Educazione Continua in Medicina, presente in tutta Europa, dovrebbe dare un aggiornamento continuo alla categoria indipendentemente dalla preparazione dei singoli professionisti, ma non è stata gestita bene fin dall’inizio e questo ha creato sfiducia nell’aggiornamento offerto, tanto che alcuni ottici hanno preferito acquisire crediti in modo facile e vicino casa per ridurne le spese. Per gli Ecm, infatti, l’ottico deve sobbarcarsi di una bella spesa e se vengono realizzati nei giorni di apertura del negozio, il professionista deve sommare alla spesa anche il mancato guadagno per la sua assenza. Questo ha portato all’allontanamento e alla perdita di qualità degli Ecm, per i quali non ci sono mai stati controlli, né per i provider né per gli utenti, niente punizione per chi non è in regola, niente premio per chi lo è».
L’aggiornamento professionale deve andare di pari passo, comunque, con il riconoscimento del nuovo profilo professionale dell’ottico. «L’acquisizione dei crediti formativi attraverso gli Ecm è un modo per stare al passo coi tempi, è mettersi a confronto con altri colleghi è stimolare la crescita tecnica e professionale – ha concluso il presidente di Fio-Confesercenti - Se i crediti formativi Ecm vengono forniti da scuole riconosciute e accreditate e non da corsi improvvisati da estemporanei provider, credo siano indispensabili per tutti e, quindi, è giusto trovare una forma che li colleghi all’obbligatorietà. E questo farebbe diminuire anche la schiera di quei “furbetti” che cercano crediti facili dequalificando la categoria».
A.M.