Visibilia, tra cassa integrazione e nuovi house brand

Uno dei passaggi chiavi di questo rilancio, secondo la proprietà di Visibilia, è l’ingresso di nuovi manager, Pierluigi Marinelli nella carica di direttore commerciale, e Pierantonio Dal Corso, 25 anni di esperienza nel settore tra Safilo e Allison, in quella di direttore logistico. Il portafoglio licenze, tuttavia, mostra qualche cambiamento. «Rimangono brand del calibro di Trussardi, Blumarine, Blugirl, Laura Biagiotti, Mandarina Duck e St.John, mentre per Jeckerson non posso ancora dare informazioni – dice Levi – La rinuncia subito prima di Mido a Kata e Judith Leiber, marchi in cui io credevo, è dipesa dal fatto che da quando avevamo lanciato il progetto è cambiato il mondo e anche il mondo del lusso. Intanto, però, prosegue quello di lanciare delle linee con marchi nostri».
E poi c’è la cassa integrazione ordinaria, appena richiesta per più di due terzi dei 61 dipendenti di Visibilia. «Si tratta di un fatto assolutamente fisiologico, che riguarda i due mesi estivi in cui il lavoro è previsto in ulteriore flessione – spiega Levi – Del resto a questo ammortizzatore sociale sono già ricorse praticamente tutte le imprese del settore dell’occhialeria, più grandi o più piccole di noi».
Il sindacato, tuttavia, dopo l’incontro con la proprietà di settimana scorsa e l’assemblea dei lavoratori di ieri, non nasconde le preoccupazioni. «Le perplessità riguardano la gestione delle 13 settimane di cassa integrazione ordinaria richiesta, che si riferiscono sì al periodo estivo, ma che pure rappresentano il periodo massimo che un’azienda può chiedere e portano la situazione di precarietà per i dipendenti coinvolti fino a settembre – dice Tiziana Basso, segretario generale di Filtea-Cgil Venezia – Perplessità che sul medio termine, invece, sono legate allo stato di salute di Visibilia, benché i vertici dell’impresa di occhiali ci abbiano dato ampie rassicurazioni in  merito alla ripresa del mercato».
A.M.

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