Sulla passerella di Emporio Armani sfila il pensiero

Ma a determinare la nuova collezione c’è il “sesto senso” teorizzato da Alighiero Boetti, l’artista considerato tra i maestri del concettuale, “il pensiero, ovvero la cosa più straordinaria che l’uomo possiede e che non ha niente a che vedere con la natura”. È il pensiero che rielabora i codici Armani con armonia contemporanea. Così la gonna si accorcia senza diventare micro, ma esaltando sempre l’agile bellezza delle gambe, sottolineate dalle calze velate e da calzini a microdisegni tipo cravatteria, che creano un effetto continuo con la scarpa tagliata alla francese. A volte, per gioco e per vanità, una coccarda puntata con lo spillone decora il gambaletto. Vita ben segnata, giacche lunghe che diventano cappotto, paletot stilizzati e agili, maglie che sembrano tessuti, tessuti morbidi come maglieria, effetti spumeggianti di petali che arricchiscono come volant e jabot maniche e colletti di una collezione così femminile da non prevedere i pantaloni. La palette dei colori vanno dal verde scurissimo mescolato con il grigio asfalto e il nero in ombra; al blu copiativo che si stempera nel nero notte per poi schiarirsi nei luminosi toni dell’alba. Quando le giacche cedono il posto a pullover lievi, a jersey leggermente lucidi, al soffice tocco dei velluti.
A.I.

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