Soi, grido d’allarme dagli oculisti: commissariare l’Aifa

La responsabilità della drammatica situazione, si legge in una nota della Soi, per gli oculisti è dell’Aifa, l’Agenzia del farmaco. «Nell’ambito della sua attività istituzionale Soi ha più volte intrattenuto rapporti con il Ministero della Salute, l’Aifa e numerose altre istituzioni, dimostrando fattiva collaborazione per la tutela della salute pubblica e una razionalizzazione dell’accesso alle cure oculistiche spiega Piovella - Dobbiamo purtroppo prendere atto dell'attuale sussistenza di situazioni gravissime per la salute visiva di migliaia di pazienti che l’attività di Aifa non riesce a risolvere, rendendole più complicate e generando un’evitabile paralisi terapeutica». Le questioni che rischiano di far perdere irrimediabilmente la vista a migliaia di italiani sono la degenerazione maculare senile, la maculopatia miopica e il glaucoma neovascolare: patologie per cui l’Aifa, come si legge nella stessa nota, avendo escluso dalla legge n. 648/96 farmaci quali l’Avastin (off label) o terapie come l’iniezione intravitreale di farmaci anti-VEGF, rendendoli inutilizzabili a carico del SSN, ha di fatto escluso dalle cure pazienti che non possono pagare e obbligato i medici a utilizzare esclusivamente terapie che la letteratura scientifica internazionale ritiene dannose o a ricorrere a pesanti procedure chirurgiche laddove il malato non possa sostenere i costi di cure farmacologiche alternative.
«Le anomalie finora segnalate rischiano di far perdere la vista a migliaia di pazienti - continua Piovella - Tale reale pericolo non è solo un nostro timore, ma è riconosciuto dalla stessa Aifa, almeno per quanto riguarda la degenerazione maculare senile, nella sua nota del 22/11/2012 prot. STDG 2124 P, ove l’agenzia dà atto di essere “consapevole di alcuni problemi al momento presenti per il trattamento di pazienti con patologie così gravi che potrebbero comportare la perdita della vista”. In tale situazione - conclude Piovella - riteniamo che l’agenzia del farmaco non sia in grado di svolgere adeguatamente i suoi compiti istituzionali rappresentati (mutuando l’art. 48 D.L. n. 269/2003) nello stesso sito web di Aifa. In particolare, riteniamo che non ottemperi a uno dei suoi compiti fondamentali, ossia “garantire l’accesso al farmaco e il suo impiego sicuro e appropriato come strumento di difesa della salute”».
(red.)

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