See with Mido, ci sono anche gli ottici

L’evento, che ha come obiettivo portare l'occhialeria fuori dal tradizionale contesto della fiera di settore, quest’anno ha riunito soprattutto giovani aziende dell’eyewear di nicchia, alcune delle quali nate dall’idea di ottici professionisti, come ad esempio Kyme’ Sunglasses, Saraghina o G-Sevenstars. Loro obiettivo condiviso: guadagnare visibilità presso un consumatore che ricerca un prodotto non di massa e non è sensibile al richiamo delle griffe.
Per tutti il primo bilancio è stato positivo, anche se aspettative maggiori in termini di affluenza e dunque di contatti sono state riposte nell’apertura prolungata fino a mezzanotte del giovedì e nel week end alle porte. È quanto emerso confrontandosi proprio giovedì pomeriggio con alcuni degli espositori che, dal 14 al 19 aprile, hanno animato la manifestazione (nella foto, la location presso l’Opificio 31 di via Tortona, nel cuore del Fuorisalone milanese). «L’afflusso è in linea con quello degli altri anni, sia per numero di persone sia per tipologia di visitatori, perlopiù stranieri con una forte presenza di sudamericani. Alcuni di loro tra l’altro erano già venuti nel 2014 e hanno nuovamente fatto acquisti – ha spiegato a b2eyes.com Lara D'Alpaos, fondatrice di Lara D', che più di tutti ha il polso della situazione avendo partecipato anche alle due edizioni precedenti – Sono visitatori sempre molto interessati e curiosi, attenti soprattutto al discorso del made in Italy. Un pubblico ideale per chi come me è interessato a far conoscere il proprio marchio nell’ambito del design». Soddisfatto dei risultati anche Roberto Palagi, che reputa l’esperienza positiva, da ripetere. «L’affluenza iniziale non era esagerata ma c’è stata abbastanza gente e il target è proprio quello giusto per noi, attento al design e alla qualità – ha detto al nostro portale il country manager Italia di Maui Jim – I consumatori che ci pongono domande sono di due tipi: o ci conoscono già e si fermano per scoprire le novità o non hanno mai provato il nostro prodotto e ci chiedono quali siano le caratteristiche delle lenti, avendo modo di testarle dal vivo».
Tra gli aspetti su cui il pubblico che affolla il Fuorisalone si sofferma di più, dimostrando attenzione e facendo domande, spiccano i materiali e le lavorazioni. «Il colore è la prima cosa che li attrae, in seguito però fanno pure domande su alcune caratteristiche tecniche, anche se non sono addetti ai lavori – ha commentato a b2eyes.com Antonio Aprovitola, titolare di Apro Spectacles – In questi giorni sono passati di qui anche degli ottici, per cui abbiamo creato contatti che poi eventualmente potranno concretizzarsi nella vendita in un secondo momento. Ma il vero scopo resta quello di aumentare la nostra visibilità, facendo conoscere a un pubblico sempre più ampio il brand, che oggi è ben posizionato soprattutto al Sud, in particolare in Sicilia».
Dello stesso parere anche Enrico Prisco, socio fondatore di TYG Spectacles, che tra l’altro ha stretto una partnership con il marchio veneto indipendente di prosecco Tasi e organizzato un piccolo rinfresco con musica per animare il proprio stand, comunicandolo su Facebook. «Il consumatore cui puntavamo e che abbiamo incontrato è eclettico, in cerca di forme e colori diversi, di un prodotto esclusivo con cui distinguersi, ma non necessariamente costoso. Si interessa all’oggetto ma non va sui dettagli specifici – ha affermato alla nostra testata Prisco - Le domande tecniche ce le ha fatte più che altro qualche ottico che è passato di qui. Di solito in fiera, dove la proposta è molto vasta, i professionisti hanno meno tempo, vanno mirati su alcuni marchi che individuano prima. Qui invece il contesto è più rilassato e dà modo di poter chiacchierare, conoscere più a fondo. Perciò questa si è rivelata anche un’opportunità di “semina” cui faremo seguire un’attività di follow up». Ancora più concreto Gabriele Puglia, titolare di G-Sevenstars, che vede in questo evento anche l’opportunità di poter spiegare di persona al pubblico il suo progetto e l’essenza delle sue creazioni che provengono da un credo, quello nel vero made in Italy. «Io non nasco come produttore ma come ottico, quindi mi pongo esattamente nel mezzo, tra chi realizza occhiali e l’utente finale, di cui conosco le esigenze – ha dichiarato a b2eyes.com Puglia – Il mio obiettivo, in un contesto così, è la vendita. Chi ha modo di toccare con mano, provare un occhiale e acquistarlo si rivela il tramite migliore per accrescere la notorietà del brand: infatti il passaparola è lo strumento di marketing più efficace che ci sia».
N.T.

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