Safilo, settimana decisiva per il suo futuro

«Il piano di ristrutturazione presentato dai vertici di Safilo appare sulla difensiva e mette a repentaglio non soltanto le unità produttive friulane, ma il futuro di tutta l’azienda», commenta Giuseppe Colferai, segretario della Filtea-Cgil di Belluno, che sta seguendo la trattativa. Fino all’incontro di mercoledì Safilo, invece, preferisce non rilasciare alcuna dichiarazione.
Secondo le prime cifre uscite sui quotidiani all’inizio di aprile, il piano prevede la riduzione del 20% dei dipendenti italiani, che passerebbero da 3.700 a poco pi&ugrave di 2.900, con la chiusura dello stabilimento di Precenicco e il taglio di tre quarti dei dipendenti di quello di Martignacco, entrambi nella provincia di Udine, dove al momento l’attività è ferma, e del 40% degli addetti sloveni, attualmente 1.150 a Ormoz, mentre dovrebbe essere pi&ugrave che triplicata la forza lavoro cinese dello stabilimento di Suzhou, da 300 a 1.000 dipendenti. Forme di lotta da parte dei lavoratori si stanno alternando in questi giorni a nuovi incontri tra il sindacato e la proprietà del secondo gruppo italiano di montature. «Le rispettive posizioni sono ancora distanti, il piano industriale rimane penalizzante per i dipendenti, per cui la trattativa appare lunga e difficile», sottolinea Colferai.
A.M.

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