Mido Design Lab: uno spazio per essere “diversi”

Per chi punta su un’offerta di nicchia e ha fatto del design l’anima della propria attività, il polo d’attrazione naturale all’interno di Mido è il Design Lab (nella foto). Ma in fiera i professionisti del segmento vengono anche per conoscere, capire e scambiare informazioni. Ne è convinto, ad esempio, Nico Caradonna, affiliato VisionOttica nel suo punto vendita a Modugno, in provincia di Bari, che anche quest’anno parteciperà alla tre giorni milanese. «Mido è la più grande manifestazione che si svolge in Italia e un ottico deve prendervi parte: deve scoprire le novità, i progetti che più gli interessano e parlare con i fornitori, ma anche con i colleghi - afferma a b2eyes.com il professionista pugliese, assiduo frequentatore delle principali fiere o eventi dedicati all’eyewear più creativo, in Italia e all’estero - Perché Mido non rappresenta solo un’esposizione di prodotti, ma un luogo di scambio d’informazione, che richiede impegno anche da parte di noi ottici. I player del settore bisogna che capiscano che il mercato non è fatto solo di sell out e devono proporci una comunicazione emozionante, progetti interessanti, qualità dei materiali da offrire a nostra volta ai clienti. Ma noi dobbiamo smettere di attendere che le proposte ci vengano portate “in casa”, dobbiamo avere curiosità e voglia di scoprire».
Nella prossima edizione di Mido, in programma dal 28 febbraio al 2 marzo a Fieramilano Rho, all’interno di Design Lab debutterà LabAcademy, un incubatore di idee, rigorosamente a invito, «riservato a un’accurata selezione di designer emergenti del settore dell’eyewear e creativi che partecipano per la prima volta alla kermesse - spiega un comunicato di Mido - Oltre ai veterani Michel Henau e Vue DC, anche nomi come B. Barn’s, Blake Kuwahara, Different, Dom Vetro, Dzmitry Samal, Full Spot, Gouverneur Audigier, Jean-Philippe Joly, Kame ManNen, Masahiro Maruyama, Nuiit, Raen Optics, Rigards, Sunpocket, Suzy Glam, Ush, Vinylize, Yellow Plus e 8000 Eyewear».
«Al Design Lab trascorro la maggior parte del tempo, guardo attentamente, chiedo di vedere le collezioni, per comprendere da dove nasce un progetto - conferma Caradonna - Comunque mi piace fare un giro anche negli altri padiglioni, per capire le differenze di stile tra l’uno e l’altro, che sono soprattutto differenze di stile di comunicazione nei confronti del cliente, e vedere come si sono create delle “voragini” tra i diversi modi di vendere». Una visita mirata ma non esclusiva è anche quella che si appresta a fare Domenico Concato, uno dei pionieri in Italia, con i suoi 7 centri ottici tra il Veneto, la Lombardia e New York, del punto vendita specializzato nell’occhiale di design: come gli altri anni verrà a Milano il primo giorno della manifestazione, insieme ai responsabili dei suoi negozi. «Lavorando molto sulle esclusive, preferisco arrivare prima possibile e vedere le novità – spiega Concato al nostro portale - Non sempre condivido il criterio in base al quale alcuni brand rientrano nel Design Lab e altri sono al suo esterno: così, pur puntando su un prodotto di nicchia, ho sempre il desiderio di visitare tutti i padiglioni di Mido». Andrea Venturini, titolare di due centri ottici a La Spezia, viene regolarmente alla mostra di Milano per selezionare i propri fornitori, dal momento che nella gamma proposta dà la preferenza al made in Italy e ai materiali di qualità. «È giusto vedere più fiere, per avere punti di vista differenti e una visione più ampia, ma per chi lavora in Italia Mido è il massimo – sottolinea a b2eyes.com Venturini - Di certo il Design Lab è la sua parte più frizzante e stimolante: offre prodotti diversi, in modo diverso e soprattutto per clienti diversi».
N.T.
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