Luxottica, Marcolin o De Rigo: chi è il “potenziale predatore” di Safilo?

L'abbandono di Safilo da parte di Bain deve considerarsi definitivo? Difficile capirlo, secondo MF. Questa ipotesi «farebbe intuire che in sede di due diligence gli uomini di Bain hanno ritenuto che anche l'ipotesi di ristrutturazione e l'offerta da loro formulata fossero insufficienti per riequilibrare la situazione patrimoniale del gruppo», spiega il quotidiano milanese. L’altra ipotesi è che esistano margini per riaprire le trattative su basi diverse.
Ancora più in là si spinge, invece, l’autorevole agenzia di stampa Reuters, che spiega come secondo due fonti a conoscenza della situazione, tra le condizioni poste da Bain per l'operazione c'era il rinnovo anticipato delle licenze Gucci, Dior e Armani. «Armani è stato l'unico a non essere disponibile a un rinnovo anticipato della licenza, ferma restando la sua disponibilità a discutere con il nuovo eventuale proprietario a tempo debito», ha spiegato una delle fonti. «Pensiamo che un'operazione M&A con un operatore industriale a questo punto sia l'unica opzione che possa garantire una soluzione a lungo termine per le finanze di Safilo», spiega l'analista di Unicredit, Davide Vimercati, in una nota di ricerca.
Tra i soggetti industriali, l'analista cita Luxottica (nella foto il presidente, Leonardo Del Vecchio) e Marcolin. «Luxottica potrebbe rilevare Safilo all'attuale enterprise value senza la necessità di un aumento di capitale, mentre Marcolin sarebbe una soluzione benvoluta dalla famiglia Tabacchi, ma il deal avrebbe bisogno di un'iniezione di capitale», prosegue la nota. A sua volta Centrobanca vede in Luxottica il ""potenziale predatore"" di Safilo considerate «le sue maggiori dimensioni, la sua forte generazione di cassa e l'esperienza del management nelle operazioni di acquisizione e integrazione».
L'analista Simone Ragazzi, che ha abbassato il giudizio a ""sell"" da ""hold"", considera meno probabili le ipotesi FGX di Berggruen Holdings e Marcolin alla luce «della natura mass market del primo e delle minori dimensioni del secondo». ""Possibile predatore"" sarebbe invece De Rigo, secondo Centrobanca, avendo «dimensioni simili con 585 milioni di ricavi e un margine di Ebit del 6%». Le due società, inoltre, sarebbero complementari in termini di business, scrive l'analista.
(red.)

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