Il negozio serve per vendere e… ”vendersi” bene

«Uno degli aspetti che si considerano maggiormente dotati di potenziale per ottenere bilanci commerciali positivi, in questo nuovo assetto economico globale provato dalla crisi, è l’adeguato “sfruttamento” del punto vendita. Se nel periodo pre-crisi c’era un po’ la presunzione che la clientela dovesse entrare nel negozio, ora è il negozio che deve fare in modo di andare verso il consumatore finale», ha detto Cristina Mello Grand, esperta di comunicazione web.
Da quanto emerso al convegno milanese il passo decisivo da compiere è comprendere che il punto vendita rappresenta un perfetto strumento di advertising da sfruttare attraverso adeguate operazioni di marketing evoluto. Quali? Utilizzare le proprie vetrine e insegne come mezzo di comunicazione, organizzare eventi, percorrere la strada della virtualizzazione, soprattutto per raggiungere un pubblico più giovane, poco permeabile ai linguaggi mediatici tradizionali, creando così un clima di maggiore familiarità che fa leva sul concetto dello shopping emozionale. «Politiche che a tutt’oggi sono adottate soprattutto dai negozi di alta gamma, mentre si mostrano restii i rappresentanti della fascia media del mercato, i quali, al contrario, avrebbero validi motivi per sposare soluzioni di marketing del genere», ha aggiunto Mello Grand (nella foto uno dei negozi del brand Yamamay, un esempio di attività in franchising).
V.G.

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