Asmooi: sì alla collaborazione con gli ottici, no all’abusivismo

Tra i numerosi i temi evidenziati al simposio Asmooi, spicca la definizione di atto medico, inteso come qualsiasi diagnosi necessaria a prospettare una cura che può essere effettuata esclusivamente da soggetti iscritti a un albo: per i relatori è stata anche l’occasione per definire i contorni e l’ambito di azione dell’ottico. «Secondo una sentenza della Cassazione, l’ottico è un tecnico e può riparare e sostituire gli occhiali anche senza prescrizione medica – ha detto al simposio Filippo La Placa, avvocato di Asmooi – Non sempre, però, il giudicante stabilisce una differenza chiara e, spesso, atto medico e professione sanitaria vengono erroneamente sovrapposti. Il problema, dunque, non è solo l’abusivismo della professione, che rientra nell’ambito legale, oppure il comparaggio, per il quale il medico risponde dal punto di vista disciplinare, quanto il disvalore etico e deontologico: ecco perché qualunque azione non corretta deve essere segnalata dal medico, come recita il codice deontologico».
Anche la fase di collaudo può essere oggetto di un’invasione di campo da parte dell’ottico, secondo i relatori dell’evento Asmooi. «Sto constatando che gli oculisti sono sempre meno preparati sul confezionamento degli occhiali – ha affermato Filippo Cruciani, docente di Oftalmologia presso l’Università La Sapienza di Roma - Prescrivono l’ausilio e la montatura viene messa a punto dall’ottico. Poi c’è una fase successiva, quella di collaudo, verso la quale i medici mostrano un grande disinteresse: tutto finisce con la prescrizione delle diottrie e così si verifica l’invasione di campo da parte dell’ottico, che invece deve rimanere nel proprio ambito».
Un altro aspetto emerso con decisione dal simposio milanese è che l’ottico non può cambiare la prescrizione dell’oculista. «La stessa cosa vale anche per i farmacisti che ricevono la prescrizione di un medico – ha sottolineato Carlo Maria Villani (nella foto), presidente di Asmooi – La prescrizione è inalienabile, è il giudizio assoluto del medico, come accade per i farmaci: l’ottico non può cambiarla. Se poi non dovesse andare bene, sarà il medico a risponderne, eventualmente in sede legale».
Al simposio sono stati anche presentati i risultati del sondaggio di opinione, condotto su circa 650 professionisti, tra oftalmologi e ortottisti, ed è stato firmato un protocollo d’intesa che ha portato alla prima certificazione Cersoi di un centro ottico. «Si tratta del primo “manuale tecnico di negozio” che regolerà il rapporto tra i centri Salmoiraghi & Viganò e gli oculisti e che porterà sicuramente a una sinergia positiva», si legge in un comunicato della Soi.
F.T.

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