Andom: azzardato accusare le catene come hanno fatto le Iene

«Il servizio della trasmissione televisiva delle Iene del 25 aprile, con lo stile che gli è proprio, mette in discussione la serietà e l'onestà di negozi di ottica con malcelato riferimento a strutture organizzate – si legge in un comunicato dell’associazione, presieduta da Riccardo Perdomi (nella foto) - Le società rappresentate da Andom prendono le distanze da eventuali pratiche poco ortodosse che, se comprovate, vanno giustamente condannate. Infatti gli associati ad Andom (Avanzi, Optissimo e Salmoiraghi&Viganò) sviluppano la propria attività nel rispetto della legge, nella trasparenza più totale e nell'assoluto rispetto dei propri clienti: ne è riprova il fatto che nell'esercizio pluridecennale della propria attività non vi è stato mai un contenzioso con le associazioni dei consumatori».
Andom esprime qualche perplessità soprattutto nei confronti dell'approccio utilizzato dalla trasmissione di Italia1 «nel rappresentare fatti e testimonianze relative a episodi isolati, non verificati e dalla dubbia veridicità – prosegue la nota - Dare credito a persone che in forma anonima denunciano vessazioni di ogni tipo, ci sembra un azzardo giornalistico non degno di una trasmissione di livello che vuole fare informazione. Altrettanto azzardato ci sembra il nominare in modo generico “le catene” visto che in Italia ce ne sono almeno 25 tra piccole realtà locali e regionali e grandi catene nazionali. Tra l’altro l’impalcatura di queste testimonianze lascia spazio a qualche dubbio visto che, per aziende di una certa dimensione, è impossibile licenziare personale se non per “giusta causa” o giustificato motivo oggettivo. Di solito la giusta causa la si invoca in casi veramente gravi, che sicuramente non possono essere quelli indicati nelle testimonianze stesse».
Il comunicato firmato da Perdomi si chiude con una dura critica all’intervento di Giulio Velati, che chiude il servizio delle Iene. «Il presidente di Federottica avrebbe dovuto, invece, cogliere l’opportunità di fare chiarezza sulla figura professionale dell’ottico e sull'assoluta inesattezza di quanto trasmesso nella puntata precedente, nella quale si diceva che l’ottico è un mero commerciante e che per fare un semplice esame della vista c’è necessariamente bisogno di “utilizzare delle goccine” di cui solo l’oculista può disporre – vi si legge - Purtroppo si è preferito sviluppare una vera e propria campagna di diffamazione nei confronti prima della categoria degli ottici e poi delle catene di ottica, piuttosto che utilizzare l'opportunità di un'intervista televisiva per dare un’informazione chiara al consumatore. Andom avrebbe considerato corretto che ci fosse stata la possibilità di esprimere la posizione delle catene che rappresenta, come dovrebbe essere normale in un sano, civile e costruttivo confronto.
(red.)

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